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mercoledì, novembre 19
Metachiosa a metachiusura
Be', mai dire mai... non si riesce a finire, 'sto blog... Insomma, e' l'una e mezza di mattina e mi trovo nel tristissimo aeroporto di Islamabad, al solito terminale pubblico. Dopo due giorni di voli cancellati, sono finalmente riuscito a partire e arrivare qui senza ulteriori problemi... e questo e' successo l'altro ieri. E si', perche' ho dovuto aspettare un giorno intero prima del volo per Dubai, che (sempre insh'Allah) parte fra un paio d'ore. E speriamo che non faccia ritardo come l'ultima volta... non vorrei dover rimanere un altro giorno "spiaggiato" a Dubai...
lunedì, novembre 17
Chiosa a chiusura
Per chiudere, direi che potrebbe essere il caso di spiegare il significato di Pufff! Questo voleva anda' ar cinema..., visto che mi e' stato chiesto piu' volte. Tutto nacque una sera cena a San Lorenzo poco prima di partire per questa ridente (?) citta'. Tentando di descrivere l'ambiente in cui sarei finito, accennai al fatto che ci sono un sacco di ristoranti, un paio di cinema, e un sacco di mine, sia tutto intorno alla citta', sia, in alcuni casi, all'interno. Al che Sandro, un amico di Stefano (ciao Sandro, ciao Emanuela!) se ne e' uscito con questa storia un po' cinica di gente che la sera esce di casa e salta sulle mine... facendo "puff"... La terza 'f' si deve al fatto che, incredibile ma vero, esisteva gia' un blog chiamato puff...
Ebbene, credo che stavolta sia veramente tutto. L'11 gennaio (se il tempo lo permette e i voli non vengono cancellati...) saro' di nuovo qui, nella ridente (?) citta' di fango che pero', mi e' stato giurato e spergiurato, in quel periodo sara' bianca di neve. Come se questo dovesse essere una prospettiva attraente. Figuriamoci!... 1800 metri di quota, in pieno entroterra... come minimo ci saranno dieci gradi sotto zero. Comunque... sara' un'esperienza in un certo senso nuova. A parte, ovviamente, i punti fermi: il traffico, i clacson, il pollo col riso, il nan... vi ho parlato del nan, che qui e' il pane tradizionale? Sapete, no?... Un po' come potrebbe essere la rosetta, in Italia... (e ditelo, che vi mancava...).
Forse ci siamo...
Dovremmo esserci... ieri sera il tempo e' nettamente migliorato, il cielo si e' schiarito e sono perfino apparse le stelle. Insh'Allah, stavolta dovrei partire. L'idea era di andare agli uffici UNHAS (che gestisce i voli UN) la mattina di buon'ora, per sapere quand'e' il prossimo volo per Islamabad. Per essere certo di svegliarmi in tempo sono andato a letto presto, intorno alle 10.30. Ma diciamo che ho calcolato male i tempi... in questo momento sono le quattro di mattina, il maledetto muezzin ha iniziato a salmodiare, e io con i miei due occhi da gufo e "sonno zero" non ho niente di meglio da fare che scrivere per il blog, avvolto nel mio patu di cammello nuovo di zecca (e' nuovo il patu, non il cammello...). Ieri sera sono andato a cena al ristorante cinese con John, un inglese che lavora per la FAO, anche lui ospite della GH2. Abbiamo chiacchierato del piu' e del meno, e tra l'altro anche dell'omicidio di qualche giorno fa di quella donna francese che lavorava per l'UNHCR a Ghazni. Pare, mi diceva John, che questo fatto incidera' parecchio, nei prossimi giorni, sulle politiche UN in Afghanistan, quanto meno nei riguardi della FAO. Ma conoscendo la paranoia WFP per la sicurezza, non mi stupirebbe se anche la WFP prendera' provvedimenti di qualche tipo, magari qualche altra restrizione delle procedure di sicurezza. Il fatto e' nuovo nel senso che Ghazni finora non ha dato grossi problemi. Si trova a meta' strada fra Kabul e Kandahar, e in un certo senso questo evento "avvicina" il disordine, finora essenzialmente confinato a sud-est, alla capitale. Il che rende nervosi un po' tutti... Dato tutto questo, forse non e' il momento migliore per pubblicare annunci di lavoro... purtuttavia, se qualcuno fosse interessato, ci sono due posti disponibili, uno amministrativo qui a Kabul, che ha che fare soprattutto con aspetti burocratici e logistici; e un altro piu' tecnico per un assistente informatico a Mazar-i-Sharif. In nessuno dei due casi e' specificato il salario, ma se siete interessati mandate una mail...
domenica, novembre 16
Mayhem
Panico totale, il caos piu' completo. Sono tre giorni che piove ininterrottamente, e qui tutto va a rotoli. Oggi siamo stati quasi tutto il giorno senza comunicazioni: non solo Internet, ma neanche la rete telefonica WFP e addirittura le ricetrasmittenti hanno smesso di funzionare. La pioggia ha trasformato questa ridente (ehm...) citta' in una massa di fango informe, e se prima a camminare si rischiava una gamba, adesso si rischia di scivolare sul fango viscido, magari per evitare i laghi d'acqua piovana, e finire in mezzo alla strada, dove un traffico impazzito si accartoccia nei piu' terrificanti ingorghi che abbia mai visto. Pensavo che il traffico di Roma fosse niente male, ma cavolo, dovreste vedere questo!!! I vigili ci sono, ma e' come se fossero persone qualunque, uscite di casa la mattina con la ferma intenzione di fare casino. I principali autori degli ingorghi sono loro, non sembrano avere un'idea molto chiara di quello che ci si aspetta da loro. Aggiungete il fatto che quasi nessuno degli "automobilisti" ha la patente, e che ciascuno si fa' i comodacci suoi, e avrete un'idea di quello che sta succedendo. Oggi ho visto macchine mettersi di traverso in mezzo alla strada, tentando inversioni di marcia suicide. Ho visto furgoncini fermarsi in pieno incrocio per far scendere e salire passeggeri. Ho visto macchine incastrarsi in deadlock senza via d'uscita nel tentativo di passare per primi, altre sorpassare da sinistra bloccando il traffico proveniente dalla direzione opposta, e ho visto anche un paio di macchine finire con le ruote anteriori dentro i canali di scolo che corrono a fianco dei marciapiedi, tentando di passare "da destra". Il tutto condito dal solito concerto di clacson suonati come se da cio' dipendesse la vita del guidatore... Comunque, ne ho approfittato per ampliare il mio guardaroba afghano. Adesso sono felice possessore di un patu e di un kollah... Avro' bisogno specialmente del primo, temo, visto che per martedi' e' prevista neve. Mentre non si prevede un miglioramento del tempo... speriamo bene.
venerdì, novembre 14
Sui vestiti
Alessandra mi ha chiesto di riportarle un vestito, cosi' in questi giorni ho approfondito il tema. Allora, in Afghanistan, o per lo meno in Kabul, si trovano quattro tipi di vestiti. Innanzitutto ci sono i vestiti tradizionali. Ma qui da noi si potrebbero usare solo a Carnevale, e solo se si possiede una notevole faccia tosta. A parte il fatto che sono pesantissimi, ma sono una specie di patchwork del tipo maniche nere, corpetto rosso, parte inferiore verde, il tutto ricoperto da decorazioni dorate.
Poi ci sono i vestiti da sposa. Non so perche', ma ci sono negozi e negozi che vendono vestiti da sposa. Se fossero piu' piccoli, qui da noi si potrebbero usare per vestirci le bambole. Sono tutti dello stesso tipo, con questi veli a strati, la gonna larga stile "damina del 700", e colori che variano dal rosa, al bianco, al verde chiaro... a voi il giudizio.
Poi ci sono i vestiti di tutti i giorni. Per le donne si puo' distinguere in burqa, chiaramente non portabile in Italia, e "il resto", che secondo una definizione azzeccatissima di Alessandra sembrano provenire dai "Magazzini del Popolo".
Infine ci sono i vestiti "eleganti". Ora, un vestito "elegante" di Kabul e' qualcosa che in Italia sarebbe perfetto per una bella signora di ottant'anni, ma che non e' proprio adatto per una ragazza sulla trentina... ah, be', dimenticavo tutti quei vestiti preconfezionati che vengono dal Pakistan o dall'India. Alcuni non sono male, diciamo che hanno uno stile a meta' tra l'arabo e l'indiano, pero' sono tutti in materiale sintetico e, soprattutto, costano un botto. L'unica soluzione, come ho gia' detto, e' comprare la stoffa e andare da un sarto. La stoffa c'e', di sarti e' pieno... manca solo Ale ( :( )
Mai dire mai...
Be', dopotutto qualcosina posso ancora scriverla. Qui sta piovendo che Allah la manda, e praticamente piove da ieri sera. Per essere il mio ultimo giorno afghano faceva abbastanza schifo... insomma, sono stato abbastanza contrariato e nervoso per tutto il giorno. E cosa si fa quando c'e' questa sensazione di nervosismo? Esatto. Si va a fare shopping. Cosi' ho approfittato di un momento di pausa e sono uscito. Diretto su Chicken Street. Era la prima volta che andavo in giro nel primo pomeriggio (erano le tre), e ho trovato finalmente "negozi" aperti e un po' di gente. Ovviamente sono stato assalito dal primo bambino che ho incontrato, che vendeva guide turistiche, mappe della citta' e roba simile. E' stato dura scrollarmelo di dosso. Poi ho incontrato un vecchio, che si e' fermato, mi ha salutato, stretto la mano, attaccato bottone e trascinato di peso in una bottega "di un suo amico" li' vicino, piena di tappeti, vestiti, scialli. E tanta, tanta, tantissima polvere. Ha cominciato a tirar giu' tutto quello che c'era in giro, rincretinendomi con un misto di Dari, Inglese e Francese. Non sono riuscito ad andarmene finche' non ho accettato di comprare qualcosa. Non vi dico cosa ho comprato perche' dovrebbe essere una sopresa per le persone che lo riceveranno...
Finalmente "rilasciato" e libero di andare per la mia strada, ho proseguito il giro. Qualche metro piu' avanti incoccio in un bimbo ipercinetico che avra' avuto i soliti sei o sette anni, che al grido di "how are you mister" mi ha sbarrato la strada. Parte della carica si e' esaurita quando ho cominciato la solita tiritera di saluti in Dari, il che l'ha sconcertato parecchio. Il tempo di dare un'occhiata alla sua bottega, che pero' aveva alcune cose interessanti. E poi il bimbo era simpatico, cosi' mi sono fermato e ho comprato alcune cose. Altre me le ha regalate quando ha saputo che ero Italiano. Rimango sempre sorpreso di vedere come gli Italiani siano bene accetti. Tra l'altro il bimbo aveva un fratellastro in Italia... insomma, da quel momento ho smesso di essere "mister" e sono diventato "my friend". Una cosa la compravo, e una me la regalava lui... mah. Comunque, vi posso dire che ho comprato una shalwar camiz per me, il tipico vestito afghano. Non so se e quando avro' occasione di metterlo, ma era uno sfizio che volevo togliermi... Alla fine dei giochi ho speso 60 dollari, e ho fatto felice un bimbo.
giovedì, novembre 13
Epilogo
Bas. Halas. Oggi ultimo giorno di lavoro, domani e' venerdi' (week end) e dopodomani mattina presto riparto per Roma. Contratto scaduto. Finiscono cosi' questi quattro mesi di vita su Marte, tra polli, riso, preghiere comandate, musica inverosimile, digiuni, clacson, latrine a cielo aperto e tanto, tanto ACORD... Si imporrebbe un commento finale, ma forse e' meglio tacere. Tanto piu' che in questi giorni la connessione dalla mia stanza non funziona, e mi tocca usare il computer nella sala comune. In ogni caso Pufff! chiude i battenti, per quest'anno. Riaprira', magari sotto altro nome, a partire (con ogni probabilita') dal 12 gennaio prossimo. Quindi buon Natale, buon Capodanno e buona Befana a tutti quanti. Grazie del supporto. E se qualcuno avra' passato qualche simpatico momento leggendo queste righe, questo blog avra' raggiunto il suo scopo. Spero di riavervi tutti qui con me l'anno prossimo. Vi preannuncio che ho intenzione di girare un po' di piu' e lavorare un po' di meno, quindi magari avro' cose piu' interessanti da scrivere. Ci risentiamo a gennaio.
Tasha Korr a tutti.
mercoledì, novembre 12
Colpo di scena, 2
Sto impazzendo appresso alla burocrazia che si nasconde dietro la semplice dicitura "fine del contratto". Oggi non ho fatto altro che girare come una trottola per quasi tutti gli uffici qui intorno. Si sono anche sbagliati nella mia richiesta di pagamento della diaria, e speriamo che entro domani si risolva. Il colpo di scena sta nel fatto che mi hanno cambiato il "piano di volo". La tipa WFP a Islamabad che si occupa di queste cose mi aveva prenotato un volo Islamabad-Dubai per lunedi' 17, e conseguente Dubai-Roma per martedi 18. Quando sono andato all'ufficio Risorse Umane per l'autorizzazione, la tipa ha detto "Eh no, non va mica tanto bene!". Questo perche' il 16 mi scade il contratto, e quindi 17 e 18 non sono assicurato. "E se succede qualcosa?" chiede lei. "Se succede qualcosa vuol dire che l'aereo e' caduto, e l'assicurazione me la do' sui denti", rispondo io. Be', piu' o meno. Sta di fatto che si e' attaccata al telefono, ha chiamato Islamabad e ha cambiato tutto. Il che non e' male, visto che col nuovo piano parto da qui sabato 15 e arrivo a Roma nientemeno che domenica 16, guadagnando ben due giorni!
Stamattina ho parlato con Susana, la grande capa. Ho assunto l'aspetto contrito quanto basta, accennando con aria triste e mesta al mancato lancio di ACORD, ma lei era molto tranquilla, e ha elencato una serie di lati positivi in tutta la vicenda, concludendo con un "E poi comunque tu torni a gennaio, quindi...". Non e' che l'ha chiesto... l'ha dato per scontato e definitivo. E quindi si', tornero' molto probabilmente l'11 gennaio per altri tre mesi di fuoco e fiamme nel puzzolente deserto kabulliano... ma ho posto una condizione da mettere sul contratto: connessione a Internet permanente, 24 ore al giorno, in ufficio e fuori. In pratica, tornero' alla Guest House 2, stanza numero 10. Home of Pufff!.
lunedì, novembre 10
Minimalia
Stasera ho ben poco da fare. O meglio, avrei il solito boato di cose da fare, ma non ne ho la minima voglia. Percio' sono andato a fare una passeggiata. Speravo che Kabul di notte migliorasse un po'... confidavo che il buio nascondesse un po' la sua bruttezza, e che magari le luci dei negozi la attenuassero un po'. Sbagliavo. Kabul di notte e' anche peggio che di giorno. La differenza fondamentale e' che al buio rischi di romperti una gamba ad ogni passo, visto lo stato dei marciapiedi. A parte il rischio di cadere in qualche canale di scolo, ovviamente. Ce ne sono alcuni profondi anche mezzo metro, che corrono tutto intorno al marciapiede. Camminare per la strada non e' neanche il caso di pensarlo... il rischio non sono tanto le macchine, che per quanto guidate da pazzi hanno almeno le luci accese. No, il rischio grosso sono le biciclette, che arrivano come dannati sbucando fuori dal buio, senza un filo di luce, con due o tre persone sopra.
Buio. Deserto. Solo qualche alimentari con una lampada a gas, dall'effetto abbastanza spettrale, direi. Manco Sabaudia in una notte di dicembre, e' cosi' vuota... Ho fatto un lungo giro, fino a Shar-e-Naw, Flower Street e Chicken Street. Gia' che c'ero mi sono fermato al Chelsea Supermarket, che era ancora aperto, e ho fatto un po' di spesa. I soliti generi strettamente necessari: un paio di lattine, biscotti, cioccolata.
Sembra essere passato un secolo da quando, i primi giorni qui a Kabul, ero pressocche' terrorizzato al solo pensiero di uscire per le strade in compagnia - figuriamoci da solo... Il prossimo passo sara' andare a fare shopping, da solo. Per quanto si possa parlare di shopping a Kabul... sono due concetti che fanno un po' a cazzotti tra di loro. Non e' che non ci sia un gran che... non c'e' niente!!!
Fotine
Ho trovato alcune foto che qualcuno ha fatto e poi ha messo in rete, ve ne giro solo tre. Due si riferiscono al training per i focal points, cioe' quella volta che mi si e' inchiodato tutto e ho dovuto andare avanti con una versione piu' vecchia. Nella prima tento di spiegare a quegli zucconi alcuni degli AVANZATISSIMI e STRABILIANTI automatismi di ACORD 2.0. Nella seconda c'e' Susan che chiacchiera mentre io sembro guardare attonito un messaggio di errore sullo schermo... tranquilli, e' un errore generato da ACORD.... La terza invece risale alla sera dell'addio a Alejandro. A sinistra ci sono io, accanto a me c'e' Monika, una polacca a capo di una delegazione di medici polacchi, conosciuti per caso. A seguire Sewoo, e poi Alejandro con la moglie Anaic. Sulla destra si vede Susan, nascosta dalla sigaretta di Jolanda. Il resto della tavolata, composta in egual misura da polacchi e afghani, non e' di interesse... "vabbe', manco quello che ci hai fatto vedere", direte voi... bah... bella gratitudine... fai del bene e scordatene....
Colpo di scena
Dirittura di arrivo. E' iniziata l'ultima settimana qui a Kabul, ed e' iniziata con un bel colpo di scena. Dopo le ultime due settimane di disperati tentativi per lanciare finalmente la nuova versione di ACORD, decidiamo di gettare la spugna, e rimandare il tutto a gennaio. Troppi problemi tecnici, e non abbastanza tempo per risolverli tutti. Tra l'altro si avvicina la fine dell'anno, il che comporta consuntivi, statistiche, report, relazioni... troppe attivita' importanti, per permettersi di lanciare adesso un programma non completamente testato... e senza il suo creatore presente! Per cui abbiamo deciso di lasciare tutto com'e' e di riprendere a gennaio. Ebbene si', mi tocchera' tornare. Non ci sara' purtroppo Susan, che e' completamente scoppiata, dopo un anno e mezzo di permanenza, e ormai passa le sue giornate inveendo contro l'Afghanistan tutto e tutta la sua gente, giurando e rigiurando di non metterci mai piu' piede. Ne ho vista di gente stressata (compreso il mitico "Adrenalina" all'universita'...) ma lei esagera! Strano come non le sia venuta ancora l'ulcera... Da parte mia, un po' mi dispiace. Dopo quattro mesi di duro lavoro, dopo essere (quasi) riuscito a fare in questo tempo un lavoro che normalmente avrebbe preso sei mesi, mi vedo sconfitto da un ammasso di tabelle senza senso... il colpo di coda del vecchio ACORD. Il problema maggiore che ho avuto e' stato infatti il "travaso" dei dati dalla vecchia struttura alla nuova. A questo si sono aggiunti problemi di connessione, mancata osservanza di certe regole da parte degli Area Office, e ad ogni buon conto ci metto pure qualche errorino e/o ritardo mio... ma insomma, lavorando 18 ore al giorno, prima o poi qualche errore si fa. Fortunatamente, non grave. Tanto per tranquillizzare i genitori, aggiungo che siamo tutti dispiaciuti, ma nessuno da' la colpa a me. Anche perche' nessuno puo' dire che non ho lavorato abbastanza... semplicemente, serviva piu' tempo. Mi avevano chiamato per "aggiustare" un database, non per rifarlo da capo! A questo punto non sto proprio in vacanza, ma quasi. Devo ancora sistemare un po' di cose, scrivere una sorta di "manuale" per l'amministratore (mi servira' al ritorno, per ricordarmi quello che ho fatto...), stare appresso a un po' di burocrazia, e altre cose minime. Una relazione finale l'ho gia' fatta, andra' in mano a Susana, che sara' dispiaciuta anche lei. Di sicuro sono un po' piu' rilassato.... e visto che ci sono, vorrei tranquillizzare anche le "ragazze del museo"... ci sto lavorando, al CD, tranquille!
mercoledì, novembre 5
Aggiornamenti
Negli ultimi giorni c'e' stato un netto peggioramento della situazione, sia in Afghanistan che in casa ACORD. Sono due settimane che rimandiamo il "lancio" di giorno in giorno, e ogni volta esce fuori un problema nuovo. E una volta e' Jalal Abad che e' isolata, e un'altra volta e' Kandahar che non ha sincronizzato il database e si e' persa dei dati, e la volta dopo e' il turno del report di ottobre che non puo' aspettare ma che non si puo' fare per motivi tecnici, e il giorno dopo ancora si scopre che Mazar-i-Sharif ha aggiunto dei dati alla versione precedente di ACORD e non si sa come recuperarli, il tutto condito da una connessione salterina a livello nazionale, che funziona come le frecce... ora si', ora no, ora si', ora no... insomma, una cagnara. Mi pare un po' come il traffico: i vigili ci sono, ma tanto poi ognuno fa come gli pare. Domani sapremo qualcosa di definitivo, abbiamo diramato ordini perentori (per quanto puo' essere perentorio un ordine in Afghanistan) a tutti gli Area Office di fare certe cose... speriamo le facciano, e le facciano per benino!
Per quanto riguarda questo accidenti di paese, la WFP e' fiera di presentare una nuova strada (asfaltata!) che unisce dieci paesi nella provincia del Badakshan (insomma, Fayz Abad). 600 famiglie possono ora andare a fare la spesa per le viuzze fangose di quel sito delizioso. Sempre a Fayz Abad si sta anche costruendo un bel ponte di collegamento con Takhar. E per quest'anno fanno circa 2000 KM di nuove strade e circa 800 canali. Ci si puo' stare... Si hanno notizie dell'ingegnere turco rapito qualche giorno fa nel sud. Pare che stia bene, anche se ancora prigioniero. Che altro? Vediamo... una quarantina di morti nell'Helmand, a sud ovest, per scontri tra polizia e una specie di commando militare agli ordini di uno dei tanti warlords che stanno massacrando il paese. Lo stesso che si e' divertito a sparare qualche razzo dalle montagne sul mercato di Gereshk... solo danni, per fortuna, nessuna vittima. Altri 7 morti negli scontri a nord, a Mazar-i-Sharif... insomma, un casino. E non dimentichiamo l'incremento nella coltivazione dei papaveri! L'Afghanistan fornisce al mondo il 75% dell'oppio sul mercato... E comunque il Tagikistan non sta meglio, visti i 600 casi di tifo scoppiati ultimamente. E da noi ci si lamenta di Berlusconi...
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