|
domenica, settembre 28
Diversivi
Sono tre o quattro giorni che la Guest House 2 e' isolata, nel senso che la connessione Internet e' morta. Il che non e' bello, anche perche' sapete bene che qui il fine settimana e' ancora piu' triste degli altri giorni. In compenso in questi due giorni sono successe un sacco di cose. Andiamo con ordine.
Innanzitutto, mi era giunta notizia di un barbecue organizzato all'UNICA, che e' un'altra delle infinite organizzazioni UN che operano qui a Kabul, e ha una guest house proprio qui dietro l'angolo, che e' una specie di Club Med'. Servizio al tavolo con camerieri, piscina, campo di squash (e infatti e' li' che andiamo a giocare), e questa abitudine di organizzare barbecue tutti i venerdi'. Il tempo era bello, e sono andato con Mariolina, che si e' pure fatta il bagno. Verso le 11.30 hanno portato fuori in giardino questo braciere di un metro e in quattro e quattr'otto hanno cominciato a produrre pollo alla brace come se piovesse, accompagnato dalla tipica insalata con pomodori, cetrioli, cipolle e qualcosa di simile alla lattuga, e l'ancor piu' tipica insalata di pasta, uova sode, patate, piselli, carote e altre amenita', il tutto immerso in questa salsa tipo salsa rosa. Vabbe'....
Ci siamo messi a un tavolino, mangiando, chiacchierando del piu' e del meno, e scacciando mosche. Nel frattempo si sono unite a noi altre persone, conoscenti di Mariolina. In piu' un tipo stranissimo e decisamente inquietante, tale Giancarlo da Firenze, una via di mezzo tra Hannibal the Cannibal e... Hannibal the Cannibal. Lavora "alle elezioni", quelle fissate per l'anno prossimo, e ci ha spiegato un po' le difficolta' che ci sono a organizzare elezioni in un posto in cui gli uomini non si spostano dal loro paesello, e alle donne e' vietato farlo... Tra una chiacchiera e l'altra scopriamo che questo tizio ha passato gli ultimi nove anni in paese allegri come Senegal, Congo, Nigeria, Rwanda e Burundi e via dicendo, non esattamente luoghi di vileggiatura... eppure ci ha confessato che Kabul "lo deprime". Qui non ci resiste, ha detto, e ha chiesto il trasferimento. In Liberia.
Ieri era anche il compleanno di Scott. Scott e' un personaggio. Ha 35 anni, il padre e' etiopico di origine italiana, la madre e' inglese ma anche lei mescolata ad altre razze, e lui e' qui da due anni. Si e' arredato la stanzetta alla guest house 3 un po' come casa di mia fratello a Rocca di Papa, con tappeti, sculture locali e compagnia bella. Siamo andati a trovarlo con Alejandro, Anaike e Frauke, ma visto che era il suo compleanno abbiamo pensato bene di andarcene prima un po' in giro a cercargli un regalo. Siamo cosi' entrati in diversi negozietti ai margini di Shar-e-Naw. Buchi oscuri, in alcuni non si vedeva praticamente nulla. Aria polverosa, vestiti e carabattole, cappelli, scialli, stoffe, paccottiglia, spade e pugnali, soprammobili, vestiti sgargianti e altri decisamente orrendi... Alejandro si e' voluto provare un cappotto dall'aria molto anni 70, fatto di pelli grigie di qualche animale non identificato, lungo fino ai piedi... inguardabile. Alla fine abbiamo comprato un giacchettino in lana di pecora. Avete presente la tipica immagine del pastorello tipo Remi, con il cappello a tesa larga, le ciocie ai piedi, l'eventuale zampogna, e questo giacchetto di pecora, senza maniche, con la lana a ciuffi? Esatto, proprio quello. A Scott e' piaciuto un sacco, il che vi da' un'idea del tipo.
Abbiamo passato il pomeriggio nel suo "gay corner"... in pratica, l'esterno della sua stanza, che da' sul piazzale della guest house 3. C'e' una tettoia, e ci ha messo un paio di divani e qualche pianta. Le pareti sono dipinte di giallo, arancione e rosso. Un posto... be'... "alternativo". Siamo rimasti fino a sera chiacchierando, ascoltando musica e ingozzandoci di vino bianco, olive al peperoncino, crackers, pesce spada e salmone affumicato... questi ultimi due articoli lasciati da una ragazza di Venezia che e' stata qui la settimana scorsa. Tre ore dopo, verso le otto, inghiottendo l'ultimo cracker ci siamo detti: bene, e' ora di cena, andiamo a mangiare un boccone.
La scelta e' caduta su un misconosciuto e ambiguo "Chinese Dumpling With Self-Helped Bedrooms"... a voi il giudizio. Il posto pero' era carino quanto il nome, con un luce forse un po' troppo bianca e un po' troppo fredda, ma la cameriera (cinese originale, di Pechino) era carina e simpatica, e il cibo, devo dire, decisamente buono. Arachidi per antipasti, poi ravioli al vapore, zuppa di manzo, spaghetti di soia (e Coca-Cola...). Il tutto a sette dollari a testa. Ci torneremo sicuramente, anche perche' e' qui a due passi...
La serata si e' conclusa in Guest House 2, a suon di giochi di prestigio con le carte...
Reprise
Continuano a passare i giorni, e io trovo sempre piu' difficile trovare due minuti per aggiornare 'sto blog, mannaggia a me e a quando mi vengono certe idee...
Comunque tre giorni fa era giovedi', e come tutti i giovedi'... sono andato a un party. Una festa di compleanno a sorpresa, alla guest house 3. Per quelli di voi dalla memoria corta: e' quella che non ha un cuoco, ma un genio della cucina. Ci ha fatto trovare della pasta che potrei chiamare "ai quattro formaggi", anche se non ho la piu' pallida idea di cosa ci fosse dentro, e dell'ottimo kebab di manzo. Birra e alcool come se piovesse... non male, ho giocato a biliardo tutta la sera col mister John, il suo compagnuccio di merende Zia, con un altro tizio intravisto qui e là, e nientemeno che con Bawar Khan, l'omino che mi procuro' il biglietto aereo in occasione della mia prima R&R. E si', e' tornato da Islamabad per qualche giorno. A biliardo e' un disastro, ma e' un omino tanto simpatico... e poi con quel biglietto ha fatto un ottimo lavoro...
A parte la festa di iersera, posso dirvi che a pranzo siamo andati fuori, Naseer ed io. Siamo tornati a quella "fraschetta" di cui vi dicevo qualche giorno fa, quella del kebab piu' famoso di Kabul. Era mezzogiorno e venti, e avevano finito il kebab. Il locale al secondo posto nelle preferenze dei Kabuli (che sta li' a due passi) era chiuso. Il terzo posto nelle preferenze dei Kabuli (che sta li' a tre passi) era aperto, e li' siamo entrati. Ora, non credo sia una legge scientifica vera e propria, ma secondo me c'e' una proporzione diretta tra la zozzeria del posto e la qualita' del kebab, relazione che purtuttavia non ho alcuna voglia di indagare e approfondire... voglio dire, questo posto faceva ancora piu' schifo del primo, aveva solo quattro tavoli zozzi e qualche stuoia per terra, ma il kebab mi e' piaciuto molto piu' di quell'altro. Non so, magari era solo che avevo piu' fame, pero' l'ho apprezzato un bel po'. E mi sa che anche Naseer aveva fame, visto che ne abbiamo preso tre porzioni. Abbiamo pagato meno di tre dollari.
Usciti, chiaramente siamo andati a fare shopping. Voglio dire, stai a Shar-e-naw e non fai shopping? E' come quando Alessandra entra da Benetton, e' ovvio che DEVI comprare qualcosa. Naseer, tanto per cambiare, ha comprato qualcosa per la cura di se': rasoio trilama, schiuma da barba, deodorante. Io, in definitiva, pure: KitKat, cioccolata fondente.... e un barattolo di "Idraulico liquido", o come cavolo si chiama in afghano, per sturare quel maledetto cesso che si ottura solo a guardarlo. Nel frattempo abbiamo incontrato Susan che cercava un regalo per il compleanno. Avendo adocchiato un orrendo elefantino in legno inciso, ha giustamente dato incarico a Naseer di acquistarlo. Giustamente per due motivi: primo, perche' e' opportuno che le spese a Shar-e-Naw le faccia un locale, il che di per se' abbassa i prezzi del 50%; secondo, perche' Naseer e' una bestia. Il negoziante e' partito da ventitre' dollari. Sono bastati due minuti, e Naseer e' uscito coll'elefante sotto braccio, pagato dieci dollari appena.
In quei due minuti in cui l'ho aspettato fuori del negozio e' successo di tutto. Donne imburquate che mi chiedevano l'elemosina, un bimbo di sei o sette anni che voleva vendermi banconote (?????) in cambio del mio orologio, un tizio pittoresco con una scimmietta al guinzaglio (praticamente uguale al tizio con scimmietta di "Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta"!!!!), che mi e' stata praticamente lanciata addosso accompagnata dall'apposita richiesta di soldi, e almeno altri due o tre tizi in cerca di bakshish, bakshish. Per disperazione ho fatto finta di interessarmi a dei burqa appesi fuori al negozio li' accanto, e dal nulla e' sbucato un vecchio con una lunga barba bianca che mi ha trascinato di peso all'interno del negozio stesso, e prima che potessi dire "Salam" ha tirato fuori sei o sette burqa per farmeli vedere. Sono stato bravo... e' partito da 12 dollari, e in pochi minuti sono sceso a 8. Fortunatamente e' arrivato Naseer che mi ha tolto dall'impiccio, pero' comunque li' ci torno per il burqa di Francesca e il cappello talebano di Stefano... e forse pure per qualcosina per me... piu' di qualcuno mi ha detto che se non fosse per i vestiti potrei tranquillamente passare per afghano....
martedì, settembre 23
Arieccomi!
Si', lo so, e' un sacco che non scrivo piu'... ma e' anche un sacco che non trovo il tempo di farlo. Qui ormai il tempo stringe, e' quasi ora di rilasciare la nuova versione del tanto atteso ACORD... che pero' ancora non e' finito! Fortunatamente, non per colpa mia, e questa e' la buona notizia. Susan sta disperatamente tentando di trovare dei sistemi per calcolare certi numeri, ma non e' per niente facile... la cattiva notizia e' che sono piu' che certo che alla fine della storia il problema diventera' mio, perche' Susan trovera' le sue belle formulette e saranno talmente incasinate che mi ci vorranno mesi per riuscire a metterle dentro...
Prima o poi dovro' anche cominciare il secondo database, che anche se probabilmente e' nettamente piu' semplice, prendera' il suo bel tempo. Nel frattempo, nel "tempo libero", devo mandare avanti la traduzione del libro e soprattutto il CD del museo, che a fine novembre deve essere pronto. Mi sa che devo cominciare a eliminare le attivita' superflue, tipo mangiare e dormire... che gia' adesso non mi prendono poi tanto tempo!!
Insomma, comincio a capire perche' qui la gente e' tanto ansiosa di andare in R&R... va be', non vi prometto nulla ma tentero' di continuare gli aggiornamenti, anche se poi alla fine non e' che succeda nulla di speciale. L'evento piu' importante e' accaduto ieri, quando con Alejandro siamo tornati alla guest house a piedi, invece di prendere una macchina. Sono un paio di chilometri, in mezzo allo zozzo, ai mendicanti, al traffico, allo smog, al fumo dei bracieri di kebab. Ecco, queste sono le emozioni di una passeggiata serale in Kabul. Il prossimo che mi dice che questi posti devono essere affascinanti.... giuro che gli pago un biglietto di sola andata Roma-Kabul!
venerdì, settembre 19
Giorni speciali
Ieri era il mio compleanno. E gia'... 18 settembre. Era in programma una cenetta al German Restaurant, che ha aperto da poco e dove nessuno di noi praticamente e' ancora stato. Pare che si possa persino bere del vino... se non che, e' ancora in vigore quella direttiva della Sicurezza per cui e' fortemente sconsigliato frequentare ristorante e altri posti affollati, quanto meno fino a sabato. Sapete, la settimana prima e la settimana dopo l'11 Settembre... oltretutto e' notizia di oggi che c'e' un preallarme per i prossimi due giorni, pare che potrebbe succedere qualcosa... Com'e', come non e', la cena e' chiaramente saltata, abbiamo rimandato a domani a pranzo. Pero', considerata questa "ultima ora", mi sa che dovremo rimandare ancora...
All'oscuro di tutto questo, che abbiamo appreso nel tardo pomeriggio, a pranzo Naseer ed io siamo allegramente tornati al ristorante iraniano dove eravamo gia' stati tempo fa. Abbiamo preso due kebab (uno di pollo...) e speso come l'altra volta: 18 dollari, una cifra spropositata per Kabul. Comunque era il mio compleanno, e ho offerto io. Diciamo che ogni tanto si puo' fare. Non contenti, siamo anche tornati in ufficio a piedi. Non e' lontano, un quarto d'ora di passeggiata, ma abbastanza da far venire i capelli bianchi all'Ufficiale della Sicurezza, se solo lo avesse saputo...
Mi stavo comunque preoccupando per la sera, che si prospettava triste come al solito, chiuso in camera a lavorare... se non che, ecco che ti incontro Frauke. Frauke e' una ragazzona olandese di un metro e ottanta, ed e' la tizia la cui camera ho occupato per qualche giorno durante il mio "periodo errante", quella che era in R&R ed e' tornata un giorno prima. Tra una chiacchierata e qualche colpo a biliardo, le dico che e' il mio compleanno. Immediatamente si precipita in camera sua e ne torna con una bottiglia di rosso francese (famoso, ma al momento non mi ricordo il nome) da 13.5% di gradazione e 12 dollari la bottiglia. Abbiamo "festeggiato" col vino e qualche dattero (poi e' arrivata anche Mariolina con i suoi immancabili pistacchi). Venuta a sapere del mio tristo programma per la serata, mossa a compassione mi ha invitato a un party organizzato da alcuni suoi amici. Ovviamente ho accettato senza farmi pregare troppo...
Cosi' alle otto siamo andati. Il party era in una guest house dell'Unicef. Bel posto, bel giardino, bella gente. Quando siamo arrivati c'era gia' un sacco di gente - ovviamente non conoscevo nessuno, ma non e' stato un problema. Ci ha accolto una bellissima ragazza danese di nome Edwig (secca come un chiodo, occhioni azzurri, capelli biondi... tutto come da libretta), che mi ha subito messo in mano un bicchiere di champagne, e diciamo che da quel momento non me ne sono piu' staccato. Dallo champagne, non dalla Edwig... Mangiare, poco. C'era pero' uno straordinario formaggio del tutto simile al nostro gorgonzola, anche un po' piu' piccantello, che spalmato sul nan (...) bastava da solo a giustificare la serata. La solita musica idiota, i soliti balli idioti. Ho conosciuto pero' un sacco di gente interessante. Innanzitutto, era pieno di Italiani, in particolar modo dell'Ambasciata. Il bello di questi party e' che c'e' gente di tutte le organizzazioni presenti in Afghanistan, e si vengono a sapere tante cose. Per esempio, ho incontrato un geologo che sta a Bamyan per vedere cosa si puo' fare per rimettere in sesto i famosi Buddha. Ho incontrato una ragazza dell'Unicef che oggi partiva per andare due anni a Pristina, in Kosovo. Ho anche saputo che c'e' un progetto tutto italiano per la ricostruzione dell'amministrazione e della giustizia in Afghanistan, sia dal punto di vista edilizio che legislativo. A guidarlo e' Giuseppe Di Gennaro, presidente onorario della Corte di Cassazione, che e' gia' stato, con lo stesso incarico, un po' dovunque: Kosovo, Albania, e compagnia cantando. Insomma, uno "con le palle"... (per chi e' interessato, ho trovato qualche accenno qui e qui. In realta' mi aspettavo qualcosina in piu' di pubblicita', vista la rilevanza del progetto... ma ormai e' solo l'Iraq che tiene banco...) Morale della favola: ho fatto le 3.30, in barba a qualunque coprifuoco e norma di sicurezza. Mi e' dispiaciuto svegliare il guardiano per farmi aprire, ma che diamine... era il mio compleanno!
giovedì, settembre 18
Dettagli R&R
Qualcuno mi ha chiesto delucidazioni su questo perverso meccanismo dell'R&R. Bene, funziona cosi': ogni sei settimane di permanenza in Afghanistan si ha diritto a una settimana di, diciamo, ferie pagate. La WFP riconosce il fatto che la vita qui a Kabul non e' propriamente l'ideale di vacanza che tutti sogniamo, e a intervalli permette di riprendere un po' le forze in un posto piu' confortevole (R&R significa appunto "Rest And Recuperation", cioe' "Riposo e Recupero") in cui il soggetto possa riprendere coscienza del fatto che oltre al tragitto guest house-ufficio esiste qualcos'altro. Per poter usufruire di questa vacanzetta occorrono due condizioni: prima di tutto bisogna rimanere sei settimane in Afghanistan, e una volta tornati dall'R&R bisogna stare almeno quattro settimane. E' quest'ultima condizione che mi frega: sono tornato dalla mia R&R precedente il 26 agosto. Basta fare un po' di conti: 26 agosto, piu' sei settimane, piu' una settimana di eventuale R&R, piu' quattro settimane di permanenza successiva... si arriva al 12 novembre o giu' di li'. Ma prolungando il contratto di quattro settimane, questo scadrebbe il 5 novembre, cioe' una settimana prima. Viene quindi a mancare la seconda condizione necessaria per ottenere l'R&R. Non avendone diritto, dovrei trascorrere 6+1+3=10 settimane di fila in questo buco.
Ecco il motivo della "mossa di sacrificio". Con sei settimane di prolungamento invece di quattro, soddisfo anche la seconda condizione, ed ecco l'R&R. Perche' ne ho chieste due, visto che ne bastava una? Perche' sono un cretino... ma mi pareva proprio brutto chiedere una settimana in piu', che NON avrei passato qui...
Notizie ufficiali
Ieri e' diventato ufficiale: mi hanno prolungato il contratto. Quasi senza chiedermelo... in effetti l'ho saputo quasi per caso. Sono andato a trovare l'omino alle Risorse Umane per parlare dell'altro database che dovrei fare... e l'ho trovato che stava inserendo i miei dati, con i codici finanziari e tutto quanto occorre per un prolungamento del contratto in piena regola. Quattro settimane, dice lui. Fortuna che mi ero fatto i miei calcoletti prima, perche' con queste quattro settimane non ho diritto ad un'altra R&R: il che significa dieci settimane di fila piantato in questo posto dimenticato da Dio e dagli uomini, ma non dai polli e dal riso. Allora ho fatto quella che nel giUoco degli scacchi prende il nome di "mossa di sacrificio": ho chiesto altre due settimane, per un totale di sei. A questo punto avrei diritto ad una settimana di R&R, che dovrebbe iniziare il 6 ottobre, quindi fra circa tre settimane. Detto in soldoni, se accettano di prolungarmi il contratto per sei settimane, fra una ventina di giorni torno a Roma! E mi ingozzero' di salsicce e formaggi fino a crepare gonfio come un topo gonfio.
L'altro ieri sera sono andato nuovamente a giocare a squash, ma questa volta con Alejandro e la sua mogliettina nizzarda Anaike. Terza sera su tre. Terza sera su tre che non ho cenato, visto che l'orario squashese si sovrapponeva all'orario di cena. Terzo giorno in cui ho dormito poco e male, vista la mole di lavoro che ormai comincio a non controllare piu'. Insomma, dopo cinque minuti di gioco mi sono stirato il quadricipite destro. Un dolore cane! Ora zoppico un po', ma fortunamente non e' grave. Memore degli analoghi incidenti che hanno costellato i quindici anni di football americano, ho immobilizzato la gamba e ci ho subito appiccicato su una bottiglia di acqua fredda per un'ora circa, il che probabilmente ha impedito danni peggiori. Ora sto quasi bene, tranquilla, mamma, non e' niente.
martedì, settembre 16
Fraschette afghane e shopping successivo
Ieri la giornata non e' iniziata ottimamente. Svegliandomi mi sono reso conto di non avere piu' la mia radio con me: l'avevo dimenticata la sera prima quando sono andato a giocare a squash con Susan. Visto che la perdita della radio puo' significare un addebito di qualcosa come 600 dollari, ero comprensibilmente nervoso. Comunque ho preso una macchina e sono tornato allo squash court e fortunamente qualcuno l'aveva trovata e non se l'era portata via, ma l'aveva lasciata li' in un ufficio. Per fortuna, tutto a posto. Per consolarmi, a Naseer e' venuta la bella idea di andare a mangiare fuori. Mi ha portato in fraschetta.
Ebbene si', probabilmente e' quanto di piu' vicino a una fraschetta si possa trovare qui. Immaginate una bettolina stretta e lunga, con pochissimi tavoli, pochissimo spazio ma una quantita' giapponese di persone accalcate. Questo posto fa solo ed esclusivamente kebab, nient'altro, ed e' famoso in tutta Kabul per questa sua specialita'. In effetti il kebab e' molto buono, ben cotto e ben servito: l'immancabile nan (vi ho parlato del nan, che qui e' il pane tradizionale, un po' come potrebbe essere la rosetta in Italia?), ottima carne spolverata di sale, peperoncino e sesamo, e una salsina che somigliava molto a quella che noi usiamo sulla carne arrosto: olio, aglio, tanto prezzemolo. Invece era a base di acqua, e scommetto che quello che c'era dentro non era esattamente prezzemolo... un sapore un po' particolare, ma non male. L'unica nota stonata e' che ho dovuto mangiare 'sto kebab stretto in mezzo a due afghani puzzolenti che mangiavano il loro... ma suppongo non si possa avere tutto, dalla vita.
Poi abbiamo fatto un giro per Shar-e-naw, il "centro" commerciale di Kabul, con le famose Chicken Street e la sua continuazione, Flower Street. Non ricordo se ve ne ho gia' parlato, sono un po' le vie "in" di Kabul. Ci sono un po' di negozietti che vendono carabattole a prezzi spaventosi (per gli standard locali). In giro ci sono tantissimi di quelli che noi chiameremmo "supermercati", anche se qui hanno le dimensioni di un alimentari di paese. Vendono un po' di tutto, dalle bibite alle valigie, uno aveva anche uno strepitoso letto stile hollywoodiano con una vaga forma di cuore e le lenzuola rosa shocking. Terrificante. Ho chiesto un po' anche per i tappeti, e pare che si riescano a strappare kilim a 35-40 dollari il metro quadro, mentre un tappeto vero e proprio si puo' avere con una sessantina di dollari al metro quadro. Ma bisogna essere abili a contrattare, e non e' esattamente il mio caso.
Comunque, una lattina di qualcosa costa circa 30 centesimi, e mi sa che la prossima volta faccio una bella scorta per il mio frigo sempre malinconicamente vuoto. Costa tutto poco, tranne strumenti elettronici come telefonini, computer e macchinette digitali. Ma secondo me costano molto solo per me, perche' sono straniero. A volte mi sento un po' come a Napoli.... L'unico problema dello shopping a quanto pare sono i mendicanti. E' praticamente impossibile fare cinquanta metri senza che un burqa zozzo e stracciato ti chieda dei soldi. Ho notato che a mendicare sono per lo piu' donne in burqa e bambini. Se c'e' un uomo, e' sempre un vecchio. Alcuni bimbi vendono riviste e guide turistiche, altri semplicemente chiedono soldi. Naseer si e' fermato a parlare con una bimbetta bellissima che vendeva delle riviste, e sono stato li' li' per comprarle qualcosa, anche se chiedeva uno sproposito. Purtroppo e' fortemente sconsigliato dalle regole di sicurezza, specialmente in queste settimane a cavallo dell'11 settembre. Certo pero' che quando a chiederti soldi e' un bimbo di quattro anni vestito di stracci, che ti fa vedere entrambe le gambe amputate, e' proprio difficile pensare alle regole. Specialmente quando sai che per te un dollaro e' piu' o meno una lattina di coca cola, ma per lui rappresenta un giorno intero in cui finalmente si mangia.
domenica, settembre 14
Post 9/11
Tranquilli, non e' successo nulla. Pero' continua l'allerta, almeno fino al 20. Non c'e' una direttiva ufficiale, pero' ufficiosamente siamo "fermamente sconsigliati" di andarcene in giro, specialmente da soli. Continuano anche i radio check serali, e si parla di prendere qualche provvedimento di qualche tipo con chi non risponde per piu' di un paio di volte... prendono la sicurezza molto sul serio. Molto piu' di Alejandro, lo spagnolo di Madrid (c'e' una foto in archivio) che dice che Kabul e' "perfettamente sicura". A chi gli fa qualche osservazione contraria, ama rispondere "Sai quanta gente muore ogni giorno a Los Angeles?". Difficile ribattere.... Il radio check era divertente la prima volta, simpatico la seconda, interessante la terza, ma ora ha quasi scocciato... non penso di infrangere qualche regola di sicurezza se ve lo faccio sentire...
giovedì, settembre 11
Aggiornamenti
11 Settembre... e' gia' da una settimana che siamo in preallerta, e continuera' fino almeno alla settimana prossima. C'e' un controllo radio ogni sera - sapete che tutto lo staff internazionale, qui, e' dotato di radio. Ogni sera la base chiama per un radio check, per controllare che sia tutto a posto.
C'e' un gran movimento tutto intorno all'Afghanistan. Ci sono delle elezioni fissate per Giugno 2004, le prime da un sacco di anni a questa parte. Bush annuncia di voler aumentare gli investimenti sulla sicurezza, sulle condizioni di vita, sulla costruzione di scuole e di infrastrutture, per la modica cifra di circa un miliardo di dollari. Nel frattempo si continua a combattere e a morire. Nelle prime di due settimane di Agosto circa 90 persone sono state uccise in combattimenti e attacchi dovuti a Talebani e Al-Qaeda. Sta per arrivare un nuovo ambasciatore americano che dovrebbe avere maggiori poteri in questo senso, un po' come Paul Bremer, che e' l'incaricato degli "aspetti civili" dell'occupazione americana in Iraq. Ovviamente questo ha fatto un po' alterare alcune personalita afghane, che non vogliono "i padroni del mondo" nel loro paese... ma mi piacerebbe proprio sapere cosa farebbero senza. Si puo' dire quello che si vuole, ma nonostante tutto la ricostruzione procede. Le cifre le vedo tutti i giorni, e sono aumentate le scuole, i pozzi, i ponti e le cliniche, e stanno costruendo una grande autostrada tra Kabul e Kandahar. C'e' in progetto anche una seconda autostrada fra Kandahar e Herat, nell'estremo ovest del paese.
La sicurezza rimane il problema maggiore, e il sud (Khost e dintorni) e' ancora il posto peggiore. Nella provincia di Zabul, vicino Kandahar, negli ultimi scontri sono morti 11 Afghani, 2 soldati americani e una 70ina di miliziani. Nella stessa provincia, il primo Settembre sono stati uccisi quattro poliziotti, altri quattro sono stati feriti, e quattro ancora sono dispersi dopo un raid in un checkpoint. Insomma, e' un casino. Mi piacerebbe sapere quante di queste notizie arrivano in Occidente...
Ricerche
Ecco, adesso ci si mette anche Kataweb...
lunedì, settembre 8
Fine di Kafka
Ebbene si', tutto prima o poi finisce, ma non e' detto che sia sempre una cosa negativa. Dopo tredici giorni e quattro diverse stanze, finalmente mi sono riappropriato della "mia", la numero 10, Home of Pufff! L'invasore pakistano finalmente ha sgommato, lasciando una stanza puzzolente di fumo, con la luce accesa, un paio di calzini, due pezzacci di carta e una tazza sporca di caffelatte. Pero' se ne e' andato, e questo mi rende felice. Rende un po' meno felice la sezione Amministrativa, poiche' lo stesso tizio domani avrebbe dovuto tenere un corso sull'uso del programma contabile usato qui, e adesso non si sa chi lo fara' al posto suo. Mah. Sinceramente, a me....
Comunque, sono rientrato e finalmente posso disfare la valigia e lavare un po' di panni, senza tema di dover sloggiare domattina. Per quanto riguarda il lavoro, e be'... se non e' ufficiale poco ci manca, ma oggi durante una riunione con il direttore dell'Ufficio Regionale in persona (Susana), essa stessa di lei medesima in persona mi ha chiesto di rimanere fino a Natale. E' vero, l'ha detto come se fosse una battuta, ridendo, ma e' cosa ben nota e risaputa che quando un direttore di un Ufficio Regionale dice una cosa ridendo, vuol dire che c'e' ben poco da ridere. Un mese forse si puo' fare. Due mesi forse forse si possono fare. Tre mesi no, non si possono fare. Anche perche' ho solo vestiti estivi, e qui fra un mese comincera' a fare un freddo della madonna...
La riunione di per se' e' andata bene. Sto facendo un figurone dietro l'altro. Susana diceva "Eh, ma ci servirebbe questo report, con questi numeri, divisi per..." e io rispondevo "Gia' fatto". Un altro attaccava dicendo "Si', pero' il programma dovrebbe anche controllare che le date, e il numero di persone, e queste quantita'...." e io dicevo "Ovviamente. Gia' fatto". Con fare esitante, un po' timoroso, qualcuno ha detto "Pero', ecco, i moduli della sezione Monitoring andrebbero rivisti....", e io con fare noncurante ribattevo "Non c'e' problema, ho sviluppato un Monitoring Manager che fa tutti moduli che volete, assegna punti alle singole risposte e crea statistiche in base ai punteggi raggiunti, non solo per ogni modulo, ma anche per ogni sezione di modulo". Mi hanno guardato come si guarderebbe un marziano con l'orzaiolo... insomma, non sapevano piu' a che servisse quella riunione.... fino a quando un tizio ha posto LA domanda, quella con la L maiuscola... e ha chiesto: "Bello. Ma come facciamo a sapere che i numeri tirati fuori dalla nuova versione sono corretti?". L'unica risposta possibile e' stata: "Non potete saperlo!". Al che si sono un po' ringalluzziti... pensavano di avermi messo alle corde, e in realta' cosi' e' stato per qualche nanosecondo. Ma il bisogno aguzza l'ingegno, e mi e' venuta un'idea geniale. "... a meno che facciate una prova su dati sicuramente corretti, blah blah blah....". Insomma, me la sono cavata.
Non vorrei che pensaste che me la sto tirando.... in realta' e' tutto molto facile. Se foste abituati a tirare il carretto per due anni, e a un certo punto arriva uno e vi regala un cavallo... be', sarebbe un cavallo molto "superb" e anche molto "great", fosse pure un ronzino!!!
Fuoco e fiamme!
Giovedi' scorso c'e' stata una presentazione semi-ufficiale di ACORD, quanto meno di cio' che ho fatto finora. Erano presenti Susan, Jolanda, e una mezza dozzina di focal points, che praticamente sarebbero i "rappresentanti" degli utenti finali, quelli che in effetti sono gli ultimi giudici del mio lavoro. E' stata una bella presentazione, con tanto di proiettore, in cui ho fatto vedere una parte delle cose fatte. E' andata piu' che bene. Sono rimasti tutti stupefatti dalla quantita' di controlli sui dati immessi. Il fatto che controlli se la data di termine di un progetto non sia precedente alla data della firma li ha lasciati meravigliati. Mi sembrava di vendere perline e specchietti ai selvaggi di qualche isola sperduta nell'oceano... I commenti sono stati entusiasti, ho ricevuto un "superb" e i rimanenti si sono limitati a "great", pero' diciamo che mi accontento. Per essere una cosa fatta quasi da zero in un paio di mesi, direi che e' abbastanza. Tra l'altro non gli ho fatto vedere tutto quello che c'e' dietro, tutte le procedure di back office e amministrazione che dovrebbero servire ai futuri amministratori del database per gestire il tutto. Ho trovato anche il tempo di sperimentare un po', con generazione dinamica di maschere e di codice... mi sto divertendo, diciamo cosi'! Se non fosse per il chicken and rice che ormai e' diventato un tormentone per tutti...
domenica, settembre 7
Aggiornamenti
Il tempo sta nettamente rinfrescando. L'estate e' decisamente finita. Adesso la sera si alza un bel venticello fresco che fa piacere, non dico di no, pero' dopo un po' scoccia. Ieri tra l'altro ha fatto un diluvio pazzesco. Cielo plumbeo, acqua a catinelle, tuoni e fulmini... come se piovesse! E in questo momento non e' da meno. Spero che non diventi un'abitudine giornaliera...
Giunge tra l'altro notizia che 30 famiglie sono state fatte sloggiare con una certa malagrazia dal loro villaggio (tale Shirpur) dove vivevano da 30 anni, dalla polizia di Kabul, e le case rase al suolo. Alcune organizzazioni umanitarie stanno svolgendo indagini.
Pare inoltre che procedendo al ritmo attuale, l'Afghanistan sara' completamente sminato entro il 2012.
Fine aggiornamenti.
Ancora sulla stanza
Questa storia sta assumendo aspetti kafkiani non irrilevanti... dopo 11 giorni dal mio ritorno, ancora NON HO UNA STANZA! Credo sia un record mondiale. Il che, unito al fatto che ho cambiato quattro stanze in dieci giorni, diventa un record galattico. Ormai questa storia e' diventata un po' una barzelletta... mi chiamano "l'ebreo errante", "il visitatore" e quant'altro. Ormai anch'io ci rido su. Oggi Jolanda (gelosissima della sua stanza) e' partita, se ne va un mese a Mazar-i-Sharif. Stamattina l'ho vista e gli ho chiesto "Allora parti?" e lei ha fatto "Si'". E io allora le ho detto "Bene, cosi' domani mi trasferisco nella tua stanza. Mi manca, ancora non ci sono stato.". Le ha preso un mezzo accidente, e me lo ha vietato assolutamente. Certa gente non ha molto spirito...
Il fatto si e' che questo tizio che occupa la "MIA" stanza e' un amicissimo compagno di merende di quel John che mi ha cazziato per aver chiesto di tornarci, che tra l'altro ho scoperto essere una specie di capoccione dell'Amministrazione: e' quello che gestisce tutte le guest house di Kabul, e se due piu' due fa ancora quattro... se poi osserviamo che quando il tizio e' arrivato l'unica stanza disponibile (oltre la "MIA") era nella invivibile guest house 5, ci troviamo di fronte a un palese abuso di potere in una squallida storia di raccomandazioni e clientelismo... tutto il mondo e' paese. Google, indicizza pure questo...
Pero' qualche soddisfazione me la sono tolta. Dovete sapere che questo John ha fama di essere molto bravo a biliardo (e piu' che altro ci crede). Gioca sempre con il suo compagnuccio di merende, l'invasore di Islamabad. Insomma, l'altra sera sono arrivati tutti e due alla guest house 2, che ha un bel biliardo, per farsi una partita. E dai che John decantava la bravura del pakistano, dicendo che era bravissimo, e su e giu e dai e fai, e nel frattempo montava la sua stecca personale stile Paul Newman ne "Lo spaccone". Al che mi sono incuriosito, e sono andato a vedere 'sti due fenomeni all'opera. Dopo i primi due tiri ho capito i tipi. La partita dopo mi hanno invitato a giocare. LI HO FATTI NERI! Sara' stata l'incazzatura, sara' stato l'odio che trasudavo pure dalla stecca, ma non ho mai giocato cosi'. Dopo una sequenza di cinque palle imbucate una appresso all'altra, ho imbroccato (con l'ultima palla) un tre sponde con buca laterale che manco io ci credevo. Nel silenzio glaciale che si e' creato, mi sono schiarito la gola e con fare ESTREMAMENTE disinvolto ho chiesto "Well, yeah... another one?...."
mercoledì, settembre 3
L'ira di Allah (e pure la mia)
Allora, vi racconto questa storia. Come gia' sapete, sono tornato dalla mia settimana di R&R e non ho trovato la "mia" stanza libera, bensi' occupata da un tipo, arrivato da Islamabad. Maggiori dettagli sono spiegati in una mail che ho mandato a un po' di persone, e che trovate piu' avanti. Veniamo ad adesso. Sono nove giorni che insisto per avere la "mia" stanza, rompendo le scatole a un sacco di gente, qualcuno anche importante. Tra questi, evidentemente, anche un tizio che chiamero' John (anche perche' si chiama cosi'). Il cognome non lo scrivo senno' Google me lo indicizza e potrei fare ancora piu' casini, comunque non e' importante.
Fatto sta che ieri mattina mi chiama questo John, insieme ai responsabili amministrativi della GH2, e mi fa un cazziatone dicendo che quella e' una guest house, che io posso esprimere preferenze ma non pretendere nulla, che loro hanno un sacco di problemi a gestire 5 guest house con tutta la gente che c'e', che dovrei essere piu' flessibile e piu' cooperativo, che non ho alcun diritto sulla stanza #10, che devo andare dove c'e' posto senza rompere troppo, e cosi' via di questo passo. Mi ha anche detto che il tizio di cui sopra gli ha riferito che io gli avrei detto "Ehi, tu, stai occupando la mia stanza, devi andare via". Non so voi che avreste fatto, ma io mi sono incazzato come una biscia. Gli ho detto chiaro e tondo (e un po' alterato) che quel tizio e' un bugiardo, che mente sapendo di mentire, che non gli ho mai parlato in vita mia (che e' vero!), che anche se l'avessi fatto MAI mi sarei permesso di apostrofarlo in tal modo, ecc. Riguardo alla stanza, gli ho detto che non avendo pistole non ho potuto obbligare nessuno a "cedermela", tant'e' che, di fatto, la stanza non ce l'ho! Ho solo chiesto (insistentemente, e' vero) di avere la 10, ma ne avevo pieno diritto. E non mi e' stato detto di no! Solo di aspettare, ed e' quello che ho fatto. Gli ho anche spiegato che la stanza mi serve per via della connessione Internet, per lavorare, e li' il suo atteggiamento e' cambiato un pochino, ma ormai non poteva piu' tornare indietro.
Comunque tutti gli altri ospiti della guest house sono solidali con me, perche' non sono il primo cui succede questa cosa, e c'erano state discussioni anche in passato. C'e' da dire che tra loro c'e' anche qualcuno con piu' potere di me... risultato, il gestore della guest house e' stato licenziato in tronco. Dopotutto e' lui che ha causato tutto 'sto trambusto (e non era la prima volta).
Tra le persone piu' alterate c'e' Susan, che ne ha abbastanza di questo posto e non vede l'ora di andarsene. In quanto direttamente coinvolta nella storia (sia perche' l'anno scorso successe a lei, sia perche' attualmente e' il mio "capo") ha scritto una mail meravigliosa a un sacco di gente (questo John, l'amministratore della GH2, l'ormai ex-gestore della suddetta, il tipo che e' nella mia stanza, un suo amico che non ho capito cosa c'entra, ecc.), mail che vi riporto qui perche' e' troppo bella. Il tipetto ha risposto con una mail secondo lui intelligente ed esplicativa, che mi ha fatto incazzare ulteriormente perche' si fa riferimento a generici "staff members che non collaborano, poco flessibili, e in certi casi persino arroganti". Il riferimento a me e' piu' che chiaro.
Deciso quindi a dire la mia, ho risposto con una simpatica mail per spiegare il mio punto di vista: eccola qui. Sono in attesa di risposta, vi faro' sapere...
martedì, settembre 2
Emozioni epatiche
Siamo poi usciti (pagando la spropositata cifra di 3 dollari e mezzo...) e abbiamo fatto un giro per Shar-e-Naw ("La città nuova"), in pratica il centro di Kabul. Ci sono un sacco di negozi di elettronica, che vendono computer, telefonini, fax, lavatrici, televisori, telecamere, macchinette digitali e quant'altro. Mi sono informato su un paio di prezzi, vediamo se almeno qui conviene, visto che il Duty Free di Dubai mi ha solato... Tanto per dirne una, un CD di musica costa circa 1 dollaro... cioe' meno di 1 Euro.
Essendo ormai le cinque circa, un certo languorino cominciava ad affiorare. Non proprio fame, piu' che altro voglia di qualcosa... di sfizioso, una cosetta afghana tanto per tenere l'anima attaccata al corpo fino all'ora di cena. La strada era piena delle solite bancarelle zozzissime che vendono frutta, roba fritta dal nome impronunciabile, l'immancabile nan (vi ho....) e altre porcherie difficili anche a descrivere. Potevamo comprare della frutta. Potevamo comprare una di quelle cosette fritte. Potevamo anche entrare in un posto che fuori ha un braciere di un metro e mezzo, con un afghano zozzo e sudatissimo che sventola un ventaglio enorme su una distesa infinita di kebab... e l'abbiamo fatto. La cosa buffa e' che tra la strada e l'interno c'era un battaglione di mosche mai visto. All'interno, quasi nessuna. Mah. Comunque. Ci siamo seduti e il buon Naseer, che in quanto a moderatezza batte persino Claudio, ha ordinato qualcosina. Tempo due minuti, sono arrivati sei spiedi con infilati una decina di pezzi di carne arrostita. Liver kebab, mi dice sorridendo il buon Naseer. In pratica, spiedini di fegato. E ovviamente, mezzo metro di nan (...)
Abbondantemente cosparso di sale, peperoncino e spezie miste (probabilmente coriandolo, cumino, pepe e altro ancora), abbiamo fatto decisamente onore allo "spuntino", accompagnandolo con fettine di pomodoro, cetriolo e cipolla cruda (qui hanno una varieta' di cipolla dolcissima, che non sa di cipolla, e che mangio volentieri anche se a me la cipolla non piace). Alla cassa c'era un bimbino che avra' avuto si' e no un anno e mezzo, che schizzava da una parte all'altra pulendo, spolverando, asciugando e quant'altro (ovviamente, tutto con lo stesso panno lercio... che non e' come il "panno lenci"... vabbe', umorismo afghano...). Ha preso i soldi e ci ha dato pure il resto, senza sbagliare un centesimo. Da noi un bimbo con meno di due anni che fa di conto sarebbe un fenomeno. A Kabul fa lo sguattero in una bettola piena di mosche.
Abbiamo pagato meno di 2 dollari.
Emozioni tricologiche
Ebbene si', sono andato dal barbiere.
Non se ne poteva piu'... porto i capelli corti dal lontano 1984, e con i riccioli ribelli (quelli rimasti, per lo meno...) non mi ci trovo proprio. Per cui ecco che il buon Naseer mi porta dal suo barbiere di fiducia (almeno spero l'abbia fatto...). Diciamo subito che il risultato non mi dispiace. Magari scattero' una foto nei prossimi giorni per mostrarvi il primo (e ultimo, suppongo) taglio afghano della mia vita. Il posto non era male, ma come tutti i posti di qui da' quell'impressione di sporco sufficiente per non farti apprezzare l'interessante arredamento in stile persiano. Mi ha servito colui che suppongo abbia vinto il premio come Barbiere Piu' Scazzato dell'anno. Immaginate questo tipo afghano (cioe' di statura afghana, con una faccia da afghano, baffi da afghano e tipico kamiz afghano), che si aggira con la faccia di pietra in mezzo a questa bottega afghana, strascicando i piedi, prendendo e lasciando oggetti con una certa malagrazia, come se fosse proprio stufo di essere li', a fare quel mestiere. Figuratevi che quando si e' trattato di scartare la lametta da barba, mi ha buttato la carta in grembo, sul lenzuolone che mi aveva legato al collo. Comunque.
La tecnica non mi e' sembrata molto diversa da quella del buon Natalino nostrano (grand'uomo, e saggio maestro di vita). Magari un po' piu'... approssimativa, ecco. Prima un paio di minuti di furia distruttiva, con tagli apparentemente casuali, cosi' tanto per sfoltire. Poi un po' di rifinitura: capelli tutti da una parte, taglio a pareggiare. Capelli tutti dall'altra parte, taglio a pareggiare. Cosi' via per alcune volte, variando il lato. Il tutto interrompendosi ogni trenta secondi per affilare le forbici che non volevano saperne di collaborare. Da notare che ha persino sterilizzato (ehm...) il rasoio prima di inserire la lametta. Almeno suppongo che l'abbia fatto. Sempre strascicando i piedi, ha portato la sua faccia di pietra vicino a un barattolo di vetro che cosi', da lontano, sembrava contenere latte, e ci ha schiaffato il rasoio dentro. Cosa ci fosse esattamente, non lo so e non credo di volerlo sapere. Dopodiche' ha tirato fuori da un cassetto un blocchetto di post-it, attaccandone uno sul ripiano davanti a me.
La domanda che vi siete posti in questo istante e' la stessa che ha invaso la mia mente: mo' che deve da fa', questo? Che vuole, che gli lasci il mio telefono? Fortunatamente no. Dopo avermi spalmato una certa quantità di schiuma da barba sul collo (potessi parlare il Dari, avrei tentato una battuta tipo: "Ehi, la barba e' dall'altra parte!". O forse no...), ha cominciato a radermi il collo stesso con quel suo rasoio "sterilizzato". A ogni passaggio, puliva il rasoio trasferendo la schiuma da barba sul post-it attaccato sul ripiano davanti a me.
Come che sia, Faccia Di Pietra finisce la sua opera. E cosa fa? Un massaggio. Esatto. Inizia a massaggiarmi il cuoio capelluto, strofinando, picchiettando con le dita, premendo, passando poi sulla fronte, gli occhi, e tornando indietro fino al collo, all'attaccatura con le spalle, e continua cosi' per almeno un minuto. Be', ci tornerei solo per quello... Veramente grandioso!
|
|