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"Questo voleva anda' ar cinema..."
 

 

martedì, gennaio 13

Questo blog termina qui. Grazie a tutti per il supporto. Nei prossimi giorni questo indirizzo verra' probabilmente abbandonato, gia' adesso i link alle immagini e ai testi non sono funzionanti. Se qualcuno fosse interessato, la versione offline completa di tutto il blog e' disponibile qui in versione zip (2.16 MB). Continuate pero' a seguirci sul nuovo blog, all'indirizzo ripufff.blogspot.com!



mercoledì, novembre 19

Metachiosa a metachiusura
Be', mai dire mai... non si riesce a finire, 'sto blog... Insomma, e' l'una e mezza di mattina e mi trovo nel tristissimo aeroporto di Islamabad, al solito terminale pubblico. Dopo due giorni di voli cancellati, sono finalmente riuscito a partire e arrivare qui senza ulteriori problemi... e questo e' successo l'altro ieri. E si', perche' ho dovuto aspettare un giorno intero prima del volo per Dubai, che (sempre insh'Allah) parte fra un paio d'ore. E speriamo che non faccia ritardo come l'ultima volta... non vorrei dover rimanere un altro giorno "spiaggiato" a Dubai...



lunedì, novembre 17

Chiosa a chiusura
Per chiudere, direi che potrebbe essere il caso di spiegare il significato di Pufff! Questo voleva anda' ar cinema..., visto che mi e' stato chiesto piu' volte. Tutto nacque una sera cena a San Lorenzo poco prima di partire per questa ridente (?) citta'. Tentando di descrivere l'ambiente in cui sarei finito, accennai al fatto che ci sono un sacco di ristoranti, un paio di cinema, e un sacco di mine, sia tutto intorno alla citta', sia, in alcuni casi, all'interno. Al che Sandro, un amico di Stefano (ciao Sandro, ciao Emanuela!) se ne e' uscito con questa storia un po' cinica di gente che la sera esce di casa e salta sulle mine... facendo "puff"... La terza 'f' si deve al fatto che, incredibile ma vero, esisteva gia' un blog chiamato puff...

Ebbene, credo che stavolta sia veramente tutto. L'11 gennaio (se il tempo lo permette e i voli non vengono cancellati...) saro' di nuovo qui, nella ridente (?) citta' di fango che pero', mi e' stato giurato e spergiurato, in quel periodo sara' bianca di neve. Come se questo dovesse essere una prospettiva attraente. Figuriamoci!... 1800 metri di quota, in pieno entroterra... come minimo ci saranno dieci gradi sotto zero. Comunque... sara' un'esperienza in un certo senso nuova. A parte, ovviamente, i punti fermi: il traffico, i clacson, il pollo col riso, il nan... vi ho parlato del nan, che qui e' il pane tradizionale? Sapete, no?... Un po' come potrebbe essere la rosetta, in Italia... (e ditelo, che vi mancava...).


Forse ci siamo...
Dovremmo esserci... ieri sera il tempo e' nettamente migliorato, il cielo si e' schiarito e sono perfino apparse le stelle. Insh'Allah, stavolta dovrei partire. L'idea era di andare agli uffici UNHAS (che gestisce i voli UN) la mattina di buon'ora, per sapere quand'e' il prossimo volo per Islamabad. Per essere certo di svegliarmi in tempo sono andato a letto presto, intorno alle 10.30. Ma diciamo che ho calcolato male i tempi... in questo momento sono le quattro di mattina, il maledetto muezzin ha iniziato a salmodiare, e io con i miei due occhi da gufo e "sonno zero" non ho niente di meglio da fare che scrivere per il blog, avvolto nel mio patu di cammello nuovo di zecca (e' nuovo il patu, non il cammello...).

Ieri sera sono andato a cena al ristorante cinese con John, un inglese che lavora per la FAO, anche lui ospite della GH2. Abbiamo chiacchierato del piu' e del meno, e tra l'altro anche dell'omicidio di qualche giorno fa di quella donna francese che lavorava per l'UNHCR a Ghazni. Pare, mi diceva John, che questo fatto incidera' parecchio, nei prossimi giorni, sulle politiche UN in Afghanistan, quanto meno nei riguardi della FAO. Ma conoscendo la paranoia WFP per la sicurezza, non mi stupirebbe se anche la WFP prendera' provvedimenti di qualche tipo, magari qualche altra restrizione delle procedure di sicurezza. Il fatto e' nuovo nel senso che Ghazni finora non ha dato grossi problemi. Si trova a meta' strada fra Kabul e Kandahar, e in un certo senso questo evento "avvicina" il disordine, finora essenzialmente confinato a sud-est, alla capitale. Il che rende nervosi un po' tutti...

Dato tutto questo, forse non e' il momento migliore per pubblicare annunci di lavoro... purtuttavia, se qualcuno fosse interessato, ci sono due posti disponibili, uno amministrativo qui a Kabul, che ha che fare soprattutto con aspetti burocratici e logistici; e un altro piu' tecnico per un assistente informatico a Mazar-i-Sharif. In nessuno dei due casi e' specificato il salario, ma se siete interessati mandate una mail...



domenica, novembre 16

Mayhem
Panico totale, il caos piu' completo. Sono tre giorni che piove ininterrottamente, e qui tutto va a rotoli. Oggi siamo stati quasi tutto il giorno senza comunicazioni: non solo Internet, ma neanche la rete telefonica WFP e addirittura le ricetrasmittenti hanno smesso di funzionare. La pioggia ha trasformato questa ridente (ehm...) citta' in una massa di fango informe, e se prima a camminare si rischiava una gamba, adesso si rischia di scivolare sul fango viscido, magari per evitare i laghi d'acqua piovana, e finire in mezzo alla strada, dove un traffico impazzito si accartoccia nei piu' terrificanti ingorghi che abbia mai visto. Pensavo che il traffico di Roma fosse niente male, ma cavolo, dovreste vedere questo!!! I vigili ci sono, ma e' come se fossero persone qualunque, uscite di casa la mattina con la ferma intenzione di fare casino. I principali autori degli ingorghi sono loro, non sembrano avere un'idea molto chiara di quello che ci si aspetta da loro. Aggiungete il fatto che quasi nessuno degli "automobilisti" ha la patente, e che ciascuno si fa' i comodacci suoi, e avrete un'idea di quello che sta succedendo. Oggi ho visto macchine mettersi di traverso in mezzo alla strada, tentando inversioni di marcia suicide. Ho visto furgoncini fermarsi in pieno incrocio per far scendere e salire passeggeri. Ho visto macchine incastrarsi in deadlock senza via d'uscita nel tentativo di passare per primi, altre sorpassare da sinistra bloccando il traffico proveniente dalla direzione opposta, e ho visto anche un paio di macchine finire con le ruote anteriori dentro i canali di scolo che corrono a fianco dei marciapiedi, tentando di passare "da destra". Il tutto condito dal solito concerto di clacson suonati come se da cio' dipendesse la vita del guidatore...
Comunque, ne ho approfittato per ampliare il mio guardaroba afghano. Adesso sono felice possessore di un patu e di un kollah... Avro' bisogno specialmente del primo, temo, visto che per martedi' e' prevista neve. Mentre non si prevede un miglioramento del tempo... speriamo bene.



venerdì, novembre 14

Sui vestiti
Alessandra mi ha chiesto di riportarle un vestito, cosi' in questi giorni ho approfondito il tema. Allora, in Afghanistan, o per lo meno in Kabul, si trovano quattro tipi di vestiti. Innanzitutto ci sono i vestiti tradizionali. Ma qui da noi si potrebbero usare solo a Carnevale, e solo se si possiede una notevole faccia tosta. A parte il fatto che sono pesantissimi, ma sono una specie di patchwork del tipo maniche nere, corpetto rosso, parte inferiore verde, il tutto ricoperto da decorazioni dorate.

Poi ci sono i vestiti da sposa. Non so perche', ma ci sono negozi e negozi che vendono vestiti da sposa. Se fossero piu' piccoli, qui da noi si potrebbero usare per vestirci le bambole. Sono tutti dello stesso tipo, con questi veli a strati, la gonna larga stile "damina del 700", e colori che variano dal rosa, al bianco, al verde chiaro... a voi il giudizio.

Poi ci sono i vestiti di tutti i giorni. Per le donne si puo' distinguere in burqa, chiaramente non portabile in Italia, e "il resto", che secondo una definizione azzeccatissima di Alessandra sembrano provenire dai "Magazzini del Popolo".

Infine ci sono i vestiti "eleganti". Ora, un vestito "elegante" di Kabul e' qualcosa che in Italia sarebbe perfetto per una bella signora di ottant'anni, ma che non e' proprio adatto per una ragazza sulla trentina... ah, be', dimenticavo tutti quei vestiti preconfezionati che vengono dal Pakistan o dall'India. Alcuni non sono male, diciamo che hanno uno stile a meta' tra l'arabo e l'indiano, pero' sono tutti in materiale sintetico e, soprattutto, costano un botto. L'unica soluzione, come ho gia' detto, e' comprare la stoffa e andare da un sarto. La stoffa c'e', di sarti e' pieno... manca solo Ale ( :( )


Mai dire mai...
Be', dopotutto qualcosina posso ancora scriverla. Qui sta piovendo che Allah la manda, e praticamente piove da ieri sera. Per essere il mio ultimo giorno afghano faceva abbastanza schifo... insomma, sono stato abbastanza contrariato e nervoso per tutto il giorno. E cosa si fa quando c'e' questa sensazione di nervosismo? Esatto. Si va a fare shopping. Cosi' ho approfittato di un momento di pausa e sono uscito. Diretto su Chicken Street. Era la prima volta che andavo in giro nel primo pomeriggio (erano le tre), e ho trovato finalmente "negozi" aperti e un po' di gente. Ovviamente sono stato assalito dal primo bambino che ho incontrato, che vendeva guide turistiche, mappe della citta' e roba simile. E' stato dura scrollarmelo di dosso. Poi ho incontrato un vecchio, che si e' fermato, mi ha salutato, stretto la mano, attaccato bottone e trascinato di peso in una bottega "di un suo amico" li' vicino, piena di tappeti, vestiti, scialli. E tanta, tanta, tantissima polvere. Ha cominciato a tirar giu' tutto quello che c'era in giro, rincretinendomi con un misto di Dari, Inglese e Francese. Non sono riuscito ad andarmene finche' non ho accettato di comprare qualcosa. Non vi dico cosa ho comprato perche' dovrebbe essere una sopresa per le persone che lo riceveranno...

Finalmente "rilasciato" e libero di andare per la mia strada, ho proseguito il giro. Qualche metro piu' avanti incoccio in un bimbo ipercinetico che avra' avuto i soliti sei o sette anni, che al grido di "how are you mister" mi ha sbarrato la strada. Parte della carica si e' esaurita quando ho cominciato la solita tiritera di saluti in Dari, il che l'ha sconcertato parecchio. Il tempo di dare un'occhiata alla sua bottega, che pero' aveva alcune cose interessanti. E poi il bimbo era simpatico, cosi' mi sono fermato e ho comprato alcune cose. Altre me le ha regalate quando ha saputo che ero Italiano. Rimango sempre sorpreso di vedere come gli Italiani siano bene accetti. Tra l'altro il bimbo aveva un fratellastro in Italia... insomma, da quel momento ho smesso di essere "mister" e sono diventato "my friend". Una cosa la compravo, e una me la regalava lui... mah. Comunque, vi posso dire che ho comprato una shalwar camiz per me, il tipico vestito afghano. Non so se e quando avro' occasione di metterlo, ma era uno sfizio che volevo togliermi... Alla fine dei giochi ho speso 60 dollari, e ho fatto felice un bimbo.



giovedì, novembre 13

Epilogo
Bas. Halas. Oggi ultimo giorno di lavoro, domani e' venerdi' (week end) e dopodomani mattina presto riparto per Roma. Contratto scaduto. Finiscono cosi' questi quattro mesi di vita su Marte, tra polli, riso, preghiere comandate, musica inverosimile, digiuni, clacson, latrine a cielo aperto e tanto, tanto ACORD... Si imporrebbe un commento finale, ma forse e' meglio tacere. Tanto piu' che in questi giorni la connessione dalla mia stanza non funziona, e mi tocca usare il computer nella sala comune.
In ogni caso Pufff! chiude i battenti, per quest'anno. Riaprira', magari sotto altro nome, a partire (con ogni probabilita') dal 12 gennaio prossimo. Quindi buon Natale, buon Capodanno e buona Befana a tutti quanti. Grazie del supporto. E se qualcuno avra' passato qualche simpatico momento leggendo queste righe, questo blog avra' raggiunto il suo scopo. Spero di riavervi tutti qui con me l'anno prossimo. Vi preannuncio che ho intenzione di girare un po' di piu' e lavorare un po' di meno, quindi magari avro' cose piu' interessanti da scrivere. Ci risentiamo a gennaio.

Tasha Korr a tutti.



mercoledì, novembre 12

Colpo di scena, 2
Sto impazzendo appresso alla burocrazia che si nasconde dietro la semplice dicitura "fine del contratto". Oggi non ho fatto altro che girare come una trottola per quasi tutti gli uffici qui intorno. Si sono anche sbagliati nella mia richiesta di pagamento della diaria, e speriamo che entro domani si risolva. Il colpo di scena sta nel fatto che mi hanno cambiato il "piano di volo". La tipa WFP a Islamabad che si occupa di queste cose mi aveva prenotato un volo Islamabad-Dubai per lunedi' 17, e conseguente Dubai-Roma per martedi 18. Quando sono andato all'ufficio Risorse Umane per l'autorizzazione, la tipa ha detto "Eh no, non va mica tanto bene!". Questo perche' il 16 mi scade il contratto, e quindi 17 e 18 non sono assicurato. "E se succede qualcosa?" chiede lei. "Se succede qualcosa vuol dire che l'aereo e' caduto, e l'assicurazione me la do' sui denti", rispondo io. Be', piu' o meno. Sta di fatto che si e' attaccata al telefono, ha chiamato Islamabad e ha cambiato tutto. Il che non e' male, visto che col nuovo piano parto da qui sabato 15 e arrivo a Roma nientemeno che domenica 16, guadagnando ben due giorni!

Stamattina ho parlato con Susana, la grande capa. Ho assunto l'aspetto contrito quanto basta, accennando con aria triste e mesta al mancato lancio di ACORD, ma lei era molto tranquilla, e ha elencato una serie di lati positivi in tutta la vicenda, concludendo con un "E poi comunque tu torni a gennaio, quindi...". Non e' che l'ha chiesto... l'ha dato per scontato e definitivo. E quindi si', tornero' molto probabilmente l'11 gennaio per altri tre mesi di fuoco e fiamme nel puzzolente deserto kabulliano... ma ho posto una condizione da mettere sul contratto: connessione a Internet permanente, 24 ore al giorno, in ufficio e fuori. In pratica, tornero' alla Guest House 2, stanza numero 10. Home of Pufff!.



lunedì, novembre 10

Minimalia
Stasera ho ben poco da fare. O meglio, avrei il solito boato di cose da fare, ma non ne ho la minima voglia. Percio' sono andato a fare una passeggiata. Speravo che Kabul di notte migliorasse un po'... confidavo che il buio nascondesse un po' la sua bruttezza, e che magari le luci dei negozi la attenuassero un po'. Sbagliavo. Kabul di notte e' anche peggio che di giorno. La differenza fondamentale e' che al buio rischi di romperti una gamba ad ogni passo, visto lo stato dei marciapiedi. A parte il rischio di cadere in qualche canale di scolo, ovviamente. Ce ne sono alcuni profondi anche mezzo metro, che corrono tutto intorno al marciapiede. Camminare per la strada non e' neanche il caso di pensarlo... il rischio non sono tanto le macchine, che per quanto guidate da pazzi hanno almeno le luci accese. No, il rischio grosso sono le biciclette, che arrivano come dannati sbucando fuori dal buio, senza un filo di luce, con due o tre persone sopra.

Buio. Deserto. Solo qualche alimentari con una lampada a gas, dall'effetto abbastanza spettrale, direi. Manco Sabaudia in una notte di dicembre, e' cosi' vuota... Ho fatto un lungo giro, fino a Shar-e-Naw, Flower Street e Chicken Street. Gia' che c'ero mi sono fermato al Chelsea Supermarket, che era ancora aperto, e ho fatto un po' di spesa. I soliti generi strettamente necessari: un paio di lattine, biscotti, cioccolata.

Sembra essere passato un secolo da quando, i primi giorni qui a Kabul, ero pressocche' terrorizzato al solo pensiero di uscire per le strade in compagnia - figuriamoci da solo... Il prossimo passo sara' andare a fare shopping, da solo. Per quanto si possa parlare di shopping a Kabul... sono due concetti che fanno un po' a cazzotti tra di loro. Non e' che non ci sia un gran che... non c'e' niente!!!


Fotine
Ho trovato alcune foto che qualcuno ha fatto e poi ha messo in rete, ve ne giro solo tre. Due si riferiscono al training per i focal points, cioe' quella volta che mi si e' inchiodato tutto e ho dovuto andare avanti con una versione piu' vecchia. Nella prima tento di spiegare a quegli zucconi alcuni degli AVANZATISSIMI e STRABILIANTI automatismi di ACORD 2.0. Nella seconda c'e' Susan che chiacchiera mentre io sembro guardare attonito un messaggio di errore sullo schermo... tranquilli, e' un errore generato da ACORD....

La terza invece risale alla sera dell'addio a Alejandro. A sinistra ci sono io, accanto a me c'e' Monika, una polacca a capo di una delegazione di medici polacchi, conosciuti per caso. A seguire Sewoo, e poi Alejandro con la moglie Anaic. Sulla destra si vede Susan, nascosta dalla sigaretta di Jolanda. Il resto della tavolata, composta in egual misura da polacchi e afghani, non e' di interesse... "vabbe', manco quello che ci hai fatto vedere", direte voi... bah... bella gratitudine... fai del bene e scordatene....


Colpo di scena
Dirittura di arrivo. E' iniziata l'ultima settimana qui a Kabul, ed e' iniziata con un bel colpo di scena. Dopo le ultime due settimane di disperati tentativi per lanciare finalmente la nuova versione di ACORD, decidiamo di gettare la spugna, e rimandare il tutto a gennaio. Troppi problemi tecnici, e non abbastanza tempo per risolverli tutti. Tra l'altro si avvicina la fine dell'anno, il che comporta consuntivi, statistiche, report, relazioni... troppe attivita' importanti, per permettersi di lanciare adesso un programma non completamente testato... e senza il suo creatore presente! Per cui abbiamo deciso di lasciare tutto com'e' e di riprendere a gennaio. Ebbene si', mi tocchera' tornare. Non ci sara' purtroppo Susan, che e' completamente scoppiata, dopo un anno e mezzo di permanenza, e ormai passa le sue giornate inveendo contro l'Afghanistan tutto e tutta la sua gente, giurando e rigiurando di non metterci mai piu' piede. Ne ho vista di gente stressata (compreso il mitico "Adrenalina" all'universita'...) ma lei esagera! Strano come non le sia venuta ancora l'ulcera...

Da parte mia, un po' mi dispiace. Dopo quattro mesi di duro lavoro, dopo essere (quasi) riuscito a fare in questo tempo un lavoro che normalmente avrebbe preso sei mesi, mi vedo sconfitto da un ammasso di tabelle senza senso... il colpo di coda del vecchio ACORD. Il problema maggiore che ho avuto e' stato infatti il "travaso" dei dati dalla vecchia struttura alla nuova. A questo si sono aggiunti problemi di connessione, mancata osservanza di certe regole da parte degli Area Office, e ad ogni buon conto ci metto pure qualche errorino e/o ritardo mio... ma insomma, lavorando 18 ore al giorno, prima o poi qualche errore si fa. Fortunatamente, non grave.
Tanto per tranquillizzare i genitori, aggiungo che siamo tutti dispiaciuti, ma nessuno da' la colpa a me. Anche perche' nessuno puo' dire che non ho lavorato abbastanza... semplicemente, serviva piu' tempo. Mi avevano chiamato per "aggiustare" un database, non per rifarlo da capo!

A questo punto non sto proprio in vacanza, ma quasi. Devo ancora sistemare un po' di cose, scrivere una sorta di "manuale" per l'amministratore (mi servira' al ritorno, per ricordarmi quello che ho fatto...), stare appresso a un po' di burocrazia, e altre cose minime. Una relazione finale l'ho gia' fatta, andra' in mano a Susana, che sara' dispiaciuta anche lei. Di sicuro sono un po' piu' rilassato.... e visto che ci sono, vorrei tranquillizzare anche le "ragazze del museo"... ci sto lavorando, al CD, tranquille!



mercoledì, novembre 5

Aggiornamenti
Negli ultimi giorni c'e' stato un netto peggioramento della situazione, sia in Afghanistan che in casa ACORD. Sono due settimane che rimandiamo il "lancio" di giorno in giorno, e ogni volta esce fuori un problema nuovo. E una volta e' Jalal Abad che e' isolata, e un'altra volta e' Kandahar che non ha sincronizzato il database e si e' persa dei dati, e la volta dopo e' il turno del report di ottobre che non puo' aspettare ma che non si puo' fare per motivi tecnici, e il giorno dopo ancora si scopre che Mazar-i-Sharif ha aggiunto dei dati alla versione precedente di ACORD e non si sa come recuperarli, il tutto condito da una connessione salterina a livello nazionale, che funziona come le frecce... ora si', ora no, ora si', ora no... insomma, una cagnara. Mi pare un po' come il traffico: i vigili ci sono, ma tanto poi ognuno fa come gli pare. Domani sapremo qualcosa di definitivo, abbiamo diramato ordini perentori (per quanto puo' essere perentorio un ordine in Afghanistan) a tutti gli Area Office di fare certe cose... speriamo le facciano, e le facciano per benino!

Per quanto riguarda questo accidenti di paese, la WFP e' fiera di presentare una nuova strada (asfaltata!) che unisce dieci paesi nella provincia del Badakshan (insomma, Fayz Abad). 600 famiglie possono ora andare a fare la spesa per le viuzze fangose di quel sito delizioso. Sempre a Fayz Abad si sta anche costruendo un bel ponte di collegamento con Takhar. E per quest'anno fanno circa 2000 KM di nuove strade e circa 800 canali. Ci si puo' stare...
Si hanno notizie dell'ingegnere turco rapito qualche giorno fa nel sud. Pare che stia bene, anche se ancora prigioniero. Che altro? Vediamo... una quarantina di morti nell'Helmand, a sud ovest, per scontri tra polizia e una specie di commando militare agli ordini di uno dei tanti warlords che stanno massacrando il paese. Lo stesso che si e' divertito a sparare qualche razzo dalle montagne sul mercato di Gereshk... solo danni, per fortuna, nessuna vittima. Altri 7 morti negli scontri a nord, a Mazar-i-Sharif... insomma, un casino. E non dimentichiamo l'incremento nella coltivazione dei papaveri! L'Afghanistan fornisce al mondo il 75% dell'oppio sul mercato... E comunque il Tagikistan non sta meglio, visti i 600 casi di tifo scoppiati ultimamente. E da noi ci si lamenta di Berlusconi...



martedì, ottobre 28

Ramazan e aggiornamenti
... ma nonostante tutto, rieccomi qui nel buco puzzolente. Be', adesso posso dirvelo... pochi giorni prima di partire per Fayz Abad c'e' stato qualche scontro abbastanza violento da quelle parti, a Mazar-i-Sharif. Anche adesso, pare che ci sia una guerriglia continua tra due "signori della guerra" locali, che stanno facendo un casino pazzesco. Pare che negli ultimi giorni siano morte una sessantina di persone... comunque, a Fayz Abad non e' successo nulla.

Oggi, primo giorno di Ramazan. Tutti pensavamo iniziasse ieri, e solo ieri mattina si e' saputo che invece iniziava oggi. Pare che vada con le fasi lunari. Cose da pazzi... siamo nel 2000 e questi ancora basano la loro vita sulle fasi lunari, come 5000 anni fa...
Comunque, Ramazan vuol dire in pratica che nulla deve entrare nel corpo, ne' solido, ne' liquido, ne' fluido, piu' o meno dall'alba al tramonto. Quindi niente cibo, niente bevande, niente sesso, ma nemmeno iniezioni, o medicine... a meno di essere in pericolo di vita, nel qual caso e' consentito prendere lo stretto necessario. Anche in questo caso, pero', farlo di fronte ad altri e' considerato decisamente maleducato. Ad ogni modo, ieri ho fatto un giro con Naseer (che, per inciso, venerdi' e' diventato babbo!), e mi sono fermato a fare un po' di spesa... cioccolata, biscotti, qualche lattina... insomma, il necessario per sopravvivere alcuni giorni. Abbiamo poi festeggiato l'inizio del Ramazan ingolfandoci di schifezze. Abbiamo iniziato a pranzo, con una visitina al cosiddetto ristorante italiano, dall'improbabile nome di "Popolano". Non capisco un gran che perche' si faccia chiamare ristorante italiano, visto che non c'e' assolutamente nulla di italiano. L'arredamento e' in stile arabo, e il menu presenta talmente tante storpiature (tipo "pasta corobonara", "spagetti alfrido", "pasta bolougnese") che chiamarlo "italiano" e' veramente troppo ottimistico. Comunque, ho esordito con un antipasto di gamberetti in salsa di aglio, pepe e aceto che non erano proprio male... ma sicuramente erano strani. Naseer si e' rifiutato di assaggiarli, perche' non ha mai visto un gambero in vita sua, e non sa se gli e' permesso mangiarne. No comment.
Visto che mi piace una certa dose di rischio (e gia' prendere del pesce a Kabul non e' male, visto che si trova in Afghanistan, nell'entroterra e a 1700 metri di quota...), ho deciso di giocarmi il tutto per tutto... e ho ordinato una carbonara. Anzi, una "corobonara". L'avessi mai fatto.... e' arrivato questo piattone di spaghetti scotti alla perfezione, immersi in una salsa di qualcosa che sembrava panna (e non ho voluto indagare...) con pezzetti di qualcosa che somigliava a wurstel... del tutto insipida, senza il minimo sapore. Vabbe', sono esperienze che vanno fatte. Non mi sono sentito male, e questo e' gia' parecchio. Non credo ci sia nemmeno rischio di salmonella, visto che secondo me l'uovo quella pasta l'ha solo sentito nominare....
Abbiamo poi proseguito in serata, ingolfandoci di pakhaura e di altre cose dal nome impronunciabile, ma del tutto simili alle nostre crocchette di patate, il tutto rigorosamente comprato da bancarelle fetenti in mezzo alla strada. Curiosamente, neanche stavolta il mio stomaco ha reagito... o si e' rassegnato, oppure e' in coma...

Per gli aggiornamenti: le UN hanno sospeso le missioni in ben quattro province a sud, per via dell'aumentare degli scontri fra talebani e militari. Inoltre un'altra scuola e' stata fatta saltare in aria dai talebani, sempre a sud. E' la seconda, questa settimana. Fortunatamente hanno avuto il buon gusto di farlo all'una di notte, mentre la scuola era deserta...



sabato, ottobre 25

Rientro alla base
Rieccomi qui, di ritorno dal meeting dei grandi capi a Fayz Abad. Un altro mondo.... in questi tre giorni ho scritto un po', ma non ho avuto modo di pubblicare per motivi tecnici (connessione inesistente...). Percio' pubblico tutto adesso, qui di seguito. I commenti finali a dopo... magari a domani, perche' adesso non mi va!
Afghanistan, finalmente!
Nel momento in cui scrivo (Mercoledi' 22 Ottobre, ore 18.00) mi trovo accoccolato su una sedia, con il portatile su un'altra sedia, in un box totalmente spoglio, contenente solo un letto a castello e un attaccapanni (e ovviamente due sedie). Mi trovo a Fayz Abad, Afghanistan. E che Afghanistan! Comincio a pensare che Scott abbia ragione quando dice che questo paese e' bellissimo, fuori di Kabul.

Siamo partiti da Kabul intorno alle 13.30, e mi aspettavo il solito Fokker scassato... ma mai aspettarsi troppo! Mi sono trovato su un Beechcraft 1900. 20 posti, BI-ELICA!!! Ad ogni folata di vento si scuoteva come un aeroplanino appeso a un filo... comunque, dopo un paio d'ore di volo, atterriamo in questa valle circondata dalle montagne e attraversata da un fiume che dopotutto e' un signor fiume, quanto meno rispetto al Kabul, dalle acque di un bel verde smeraldo, molto largo, e di una certa portata. SI chiama Poochka. Mi aspettavo una citta', considerando che Fayz Abad e' capoluogo di provincia, e sotto i Talebani era addirittura capitale. Ma in realta' e' un villaggio, con case di fango, negozietti ricavati nella roccia, mucche e capre che scorrazzano per le strade, la solita massa di gente zozza e trasandata. E' uno zozzo diverso, pero'. Quello di Kabul e' smog, terra, polvere, mentre questo e' principalmente fango. Ma e' questo, l'Afghanistan che ci si aspetta, quello con i vecchi dai turbanti colorati e le barbe lunghe, vestiti di stracci, che si lavano nel fiume. Con i contadini bruciati dal sole che bastonano il loro asinello carico di legna. Con i bimbi sudici ma felici, che giocano, ti seguono, ti ridono dietro forse perche' non hanno mai visto un europeo, o forse perche' non immaginavano che un europeo potesse sorridergli e dirgli "Salam aleikum, hubasti?". Ridono, ridono contenti. Tutti sono curiosi, ma gentili, si fanno fotografare abbastanza volentieri, tranne quando provi a fotografare le donne, tutte rigorosamente in burqua, per la maggior parte bianco.
Non e' che sembra di essere "sul campo"... SIAMO "sul campo", in mezzo agli Afghani veri, quelli che lavorano la terra, e non fanno gli impiegati negli uffici piu' o meno internazionali di Kabul. Siamo andati a fare una passeggiata di un'oretta, ho fatto un po' di riprese e un sacco di foto, sperando che vengano bene. Rimpiango di non aver comprato una macchina digitale, la qualita' sarebbe stata sicuramente migliore. Il posto e' molto bello, incassato tra le montagne, con questo grande fiume verde in mezzo. Montagne piene di bunker diroccati, montagne dalle quali Massoud "The Great" usava dare belle mazzate agli invasori russi. Forse l'Afghanistan non e' un posto per passarci le vacanze, ma comincio a pensare che valga la pena farcisi un giro. E comincio anche a capire quelle persone che hanno passato anni in posti sperduti e selvaggi come Zambia, Nigeria, Iraq, Yemen, Somalia... e a Kabul si sentono male, e vogliono tornare li', "sul campo", in mezzo alla gente "vera". Mi piacerebbe tanto saper parlare il Dari, per poter chiacchierare con queste persone al di la' del "Salam", del "Chotorasti?" e del "Tasha korr", che comunque sembrano fargli un sacco di piacere. Continuo a trovare gente che mi scambia per Afghano, e mi saluta in Dari. Quando rispondo al saluto, sempre in Dari (almeno questo ho imparato a farlo), si convincono che sono uno di loro, e attaccano tutto un discorso di cui capisco si' e no una parola... ma se rimangono un po' delusi, quando rispondo in inglese, non lo danno a vedere.

Siamo sistemati nella guest house locale, un recinto in muratura che racchiude un certo numero di container come quello che mi fa' da ufficio a Kabul, come quello che ho descritto poco fa. C'e' la corrente elettrica, ed e' gia' parecchio. C'e' pero' una sala comune molto bella, arredata con tappeti, vasellame cinese, un televisore satellitare, un computer che in teoria dovrebbe essere connesso a Internet, ma che finora ha funzionato solo a calci. Il manager, Ayoub, e' un tipo basso, tarchiato, cerimonioso ma simpatico, che ha costruito tutto questo partendo da un paio di baracche in legno. Qualche comfort c'e', tipo il frigorifero, e per stasera e' previsto un barbecue.

Domani ho la giornata praticamente libera. Il mio intervento al grande meeting dei grandi capi e' previsto per venerdi' mattina, percio' mi sa tanto che domani me ne vado a fare un po' il turista. Saro' da solo, ma non mi importa... qui non sembrano esserci "security issues", questioni di sicurezza, e la gente e' cordiale. Mi sta quasi venendo voglia di rimanere qualche giorno in piu', quando mi scadra' il contratto, e girare un po'...
Secondo giorno in Afghanistan (quello vero)
NIente barbecue ieri, ma una cena BEN diversa dal riso e pollo cui (non) mi sono abituato. Una zuppa vegetale come antipasto, e poi una teoria di piatti vari, dall'insalata di pomodori, cetrioli, olive e sottaceti, a una pappetta di spinaci che ricordava tanto, nell'aspetto, la melokhia tunisina, e poi kebab come se piovesse, riso si', ma con del mutton, agnello, e poi altro ancora, e uva e mele locali, e melone di Kandahar, e vino bianco francese e rosso australiano... insomma, 4 dollari ben spesi! Alla faccia del pollo e del riso kabulliani.

Una nottata un po' cosi', nel mio bel container ultrariscaldato dalla stufetta a olio improviddamente lasciata accesa... verso le tre di mattina ho dovuto alzarmi per spegnere la stufa e socchiudere la porta, per far entrare un po' di fresco. Non ricordo chi mi ha detto che a Fayz Abad fa freddo, ma se lo trovo lo strangolo: mi sono portato quanto di piu' pesante sono riuscito a trovare, e fa' un caldo belva.
Stamattina e' iniziato il meeting dei grandi capi. Mi aspettavo un ufficio, ma si sono riuniti sotto il gazebo nel giardinetto della guest house... mica scemi, i grandi capi! Il mio intervento e', appunto, domattina, quindi intorno alle 8.30 sono andato in ufficio, mi sono fatto assegnare una macchina con autista, e mi sono fatto scarrozzare in giro per un'oretta e mezza. Ho visto la "citta' vecchia", come la chiamano per distinguerla dalla "citta' nuova", quel posticino fangoso che abbiamo visto ieri. La citta' vecchia e' praticamente una serie di stradine altrettanto fangose, rigorosamente in terra non battuta, rigorosamente dissestate, fiancheggiate da una serie infinita di quelli che gli Afghani pomposamente chiamano "negozi", ossia buchi ricavati in costruzioni di pietra e fango, in cui vendono una quantita' spaventosa di terrificante paccottiglia, oltre a generi alimentari vari, soprattutto frutta. Non vi parlo di quelle che noi chiameremmo "macellerie", perche' non voglio disgustarvi oltremodo... Mi sono comunque messo d'accordo con Amir, l'autista, per tornare li' nel pomeriggio e fare un giro a piedi, stavolta. Chissa' che tra tutta quella confusione non riesca a trovare qualcosa di carino da comprare. Mi piacerebbe comprare un tappeto, visto che probabilmente i prezzi sono piu' bassi che a Kabul, ma non saprei proprio come portarlo indietro. Non credo me lo passino come "bagaglio a mano"... e sono quasi certo che spedirlo come bagaglio non sia una grande idea, a meno di accettare l'eventualita' di non trovarlo al mio arrivo...
Secondo giorno, pomeriggio
Detto, fatto. Amir e' arrivato alle due e mi ha riportato alla citta' vecchia. Ha "parcheggiato" (nel senso che ha lasciato la macchina sul bordo della "strada") e abbiamo fatto una passeggiatina su quelle deliziose stradine piene di fango, in mezzo ai miliardi di Afghani che le affollano. Un sacco di tappeti, ma c'e' il problema di trasporto che dicevo prima. Ci sono anche un sacco di venditori di stoffe. Pare che i vestiti gia' pronti non vadano di moda... uno si compra la stoffa, poi va dal sarto che gli fa' un vestito su misura. Il problema e' che Ale non e' qui con me ( :-( ) per poter andare da un sarto, e portare la stoffa a Roma non mi sembra una luminosa idea, a meno di trovare un sarto in grado di lavorarla "ammodo".... questo, ovviamente, se non si considera il fatto che le stoffe che si trovano hanno dei colori che da noi si indossano solo a Carnevale.

Il giro non e' durato molto, perche' evidentemente Amir non era molto interessato a fare shopping. Mi ha riportato alla guest house dopo meno di un'ora, in cui sono riuscito a comprare solo un pakul. Cosa sia un pakul chiedetelo a Stefano, che ne voleva uno. Certo, lui l'ha chiamato "piadina talebana", ma che volete, ha fatto l'Agrario...
Comunque sia, non ero pienamente soddisfatto, percio' ho congedato l'autista e mi sono rimesso a camminare, stavolta nella Shar-e-naw locale, la "città nuova" qui vicino. Qualche negozio "minore" (e vi lascio immaginare cosa cio' significhi), un saluto a un vecchio che cuoceva kebab, e un sacco di bambini schiamazzanti. Due episodi curiosi: mi fermo a riprendere dei camion WFP che partono dal locale magazzino WFP, e un furgoncino con a bordo cinque o sei locali si ferma, e i tipi mi invitano a salire. No, grazie, rispondo, preferisco camminare... e questi insistono, sorridendo, molto amichevoli. Saluto, stringo mani, e questi che insistono... alla fine ho salutato, forse un po' troppo bruscamente, e mi sono allontanato a grandi passi... mah! Va bene l'ospitalita', passi la cordialita'... magari volevano solamente farmi fare un giro del posto... o magari no...
Secondo: tornando alla guest house incontro una banda di quattro o cinque bimbi fra i tre e i cinque anni, ovviamente zozzi fino al midollo, che non parlano una parola di inglese, ma riescono comunque a farmi capire che vogliono che li riprenda con la telecamera. Si mettono in posa, gli scatto una foto, gliela faccio rivedere sul display, e loro scoppiano a ridere come matti, indicandosi a vicenda. Non gli basta, ne vogliono un'altra, e poi un'altra ancora, ogni volta facendosi matte risate rivedendosi. Alla fine ho dovuto salutarli a forza, altrimenti sarebbero andati avanti a oltranza... pero' e' stato bello stare li' circondato dai marmocchi schiamazzanti... mi sarebbe tanto piaciuto sapere un po' di Dari...
Fine del viaggio
Bambini. Bambini, e ancora bambini. Una quantita', una pletora, una teoria, una miriade, una cotola di bambini. Ma andiamo con ordine.

Stamattina (venerdi' 24) c'e' stato il gran finale di ACORD 2.0, la presentazione ai grandi capi dei sei uffici regionali WFP in Afghanistan. Dovevo chiacchierare per mezz'ora, siamo andati avanti per tre ore, fino all'ora di pranzo. Anche a loro ho fatto il giochino di fargli prima vedere come e' facile inserire "dati monnezza" nel database attuale, e poi gli ho mostrato i vari controlli automatici che ho messo nella nuova versione. Me la sono ovviamente tirata un pochino, accennando anche alle varie funzioni di back office, alla generazione automatica delle maschere, alla nuova politica di sicurezza, e cosi' via. Hanno fatto un sacco di domande, hanno proposto alcune modifiche (molte delle quali le ho fatte in giornata...), e poi ho incassato un "Very impressive!" del vice di Susana. Comunque, sono tutti contenti, e adesso anche gli altri vogliono che torni a gennaio. Il meeting poi e' continuato senza di me, che non avendo molto da fare ho fatto le modifiche richieste e mi sono visto "Terminator 2" via satellite...

Nel pomeriggio siamo andati quasi tutti a fare un giro per la citta' vecchia, il mercato, in pratica. Non ho comprato nulla, ma abbiamo camminato molto piu' di quanto ho fatto ieri, e dovunque passavamo si creava un capannello di gente che ci guardava con molta curiosita' (eppure dovrebbero essere abituati a vedere stranieri, visto che solo a Fayz Abad ci sono circa 12 organizzazioni internazionali all'opera...). Qualcuno piu' ardito ci salutava e ci stringeva la mano, e la mia (ancorche' superficiale!) conoscenza del complesso rituale di saluto li mandava in sollucchero. Ma piu' che altro, bambini. Una quantita' infinita di bimbi presumibilmente tra i tre e cinque anni che ti sciamano intorno ridendo, pigolando, ciangottando, parlottando, divertendosi un molto ogni volta che li saluti con un "Salaam" o un "Bakhairasti?". Terribilmente incuriositi dalla telecamera, si offrono come soggetti per farsi fotografare. Ovviamente non me lo sono fatto dire due volte (tanto non avrei capito una parola nemmeno la seconda volta...) e ho fatto un po' di foto. Anche stavolta, matte risate nel rivedersi sul display. Ce n'e' stato uno, in particolare, che all'inizio aveva rifiutato di farsi fotografare. O almeno cosi' mi e' parso, visto che indicava se stesso e poi faceva segno di "no" con il dito. Pero' mi e' venuto il dubbio che stesse dicendo qualcosa del tipo "Guarda, che a me non mi hai mica fotografato, ancora!". Il fatto e' che mentre gli altri bimbi si sono allontanati quando li abbiamo salutati, questi qui mi e' venuto dietro fino alla macchina, e quando sono salito e' rimasto a guardarmi con una faccetta triste che non si puo' descrivere. Al che gli ho sorriso e l'ho salutato con la mano, e solo a questo punto ha sorriso anche lui e si e' allontanato sgambettando, ridendo tutto contento. Mah! Chissa' che gli passava per la testa...

Nel tornare alla guest house abbiamo incontrato una mezza dozzina di carri armati russi. O meglio, le loro carcasse... ci siamo fermati a fare un po' di foto, e manco a dirlo... dal nulla sono usciti una decina di bimbi schiamazzanti, sudici, ecc. ecc. Va da se' che anche questi, appena vista la telecamera, hanno chiamato parenti, compagni, amici e quant'altro sono riusciti a rastrellare, e tutti insieme si sono messi in posa per farsi riprendere. Ho fatto una foto che spero sia venuta bene, con alcuni di questi bimbi accucciati davanti al cannone di un carro armato... non vincera' il Pulitzer, ma a me piace molto. Nell'ultima scena che ricordo ci sono io inginocchiato a terra, e questa massa di bambini tutti stretti intorno a me per rivedersi nella foto, che puzzavano come cavalli e ridevano come pazzi, felici come non mai...

Domani sara' ancora piu' difficile il ritorno in quel buco puzzolente di Kabul...



martedì, ottobre 21

Verso la fine
Lo so, lo so... non aggiorno piu' il blog, che fine ho fatto, ecc. ecc.... ma ormai mancano solo tre settimane alla fine, e le fasi finali di un progetto sono sempre molto convulse. Susan freme per "lanciare" il nuovo ACORD, che pero' ha ancora qualche lacuna qui e la'... Faremo il possibile in questa settimana.
Inoltre, ormai sono diventato un personaggio famoso e importante, per cui sono sempre in giro per meeting, training e presentazioni... Be', insomma, piu' o meno. L'altro ieri ho partecipato a tre ore di pallosissimo meeting in cui si discutevano i compiti degli Area Offices e degli Implementing Partner (quelle organizzazione che effettivamente distribuiscono il cibo alla popolazione). Totalmente inutile, ma Susana voleva che fossi presente. Ieri invece c'e' stato il cosiddetto "training" ai Focal Points dei vari Area Offices, cioe' quelle persone che fanno da collegamento tra l'Ufficio Regionale (qui a Kabul) e i sei Area Offices sparsi nel paese (Kabul, Mazar-i-Sharif, Fayz Abad, Kandahar, Hirat, Jalal Abad). All'inizio mi sono sentito molto Bill Gates alla presentazione di Windows 98, nel senso che non ha funzionato un cavolo, e mi si e' inchiodato tutto... un figurone. Poi ho trovato una versione piu' vecchia che pero' bene o male funzionava, e sono andato avanti con quella. Al termine comunque sono rimasti soddisfatti, visto che in ogni caso i miglioramenti rispetto alla versione attuale sono evidenti. Nel pomeriggio invece c'e' stato un altro meeting, con le stesse persone, per discutere alcuni aspetti tecnici e logistici dell'intera faccenda, ma non vi annoiero' con i dettagli. Alla fine della fiera, la situazione e' questa: domani parto con Jolanda, andiamo a Fayz Abad, nel nord Afghanistan, per partecipare a un altro meeting, quello dei capi dei sei uffici regionali (quel che si chiama "incontro al vertice"!), dove dovro' presentare ACORD anche a loro (sperando che stavolta funzioni tutto...). Staro' via tre giorni, e ritornero' sabato. Nel frattempo lascero' qualche "compito a casa" a quel pelandrone di Naseer, sperando che mi faccia trovare qualcosa di pronto quando torno. Dopodiche' dovremo (dovro', temo...) occuparmi del passaggio dal vecchio ACORD al nuovo, con conseguente trasferimento di dati, procedura di installazione, e cavoli vari. Il tutto domenica, giorno di inizio del Ramadan.

Questa cosa del Ramadan mi preoccupa un po'... gia' trovo che sia fuori dal mondo il fatto di svegliarsi alle quattro di mattina per pregare... ma poi, passare un mese intero senza mangiare durante il giorno mi pare proprio da pazzi. Lo so, il divieto non dovrebbe valere per me che non sono mussulmano, purtuttavia ci passo le giornate, in mezzo ai mussulmani, e non credo proprio che sia salutare ingozzarmi di cibo davanti a loro...

Il contratto di Alejandro e' ormai scaduto, e lui sta facendo il turista da qualche parte qui in giro. Qualche giorno fa siamo andati al "gay corner" di Scott e ci siamo fatti una piu' che decente pasta al pesto, con le trenette e il pesto che ho riportato dall'Italia. Senza contare la fettona di parmigiano che si e' trasferita direttamente dalla plastica ai nostri stomaci nel giro di pochi istanti... ora abbiamo in programma una "dumpling and movie night". In pratica, una quantita' smodata di ravioli al vapore al ristorante cinese, e poi proiezione privata di un qualche film orrendo, al "gay corner" di Scott.
Con Scott sto legando parecchio, e tra l'altro gli sto risolvendo un po' di problemi con un altro database. Questa e' proprio buffa. Fino a poco tempo fa c'era questo tipo inglese, Ian, con una faccia da deficiente come poche se ne vedono in giro, che sembrava dovesse essere una specie di dio in terra, assunto per lavorare a questo database che usano alla sezione VAM (che non ricordo cosa significa, ma qualcosa che ha a che fare con le mappe, la popolazione, il monitoraggio del territorio). Non si sa bene da dove venisse, ma si sa che e' il marito di una tizia che lavora con qualche ministro locale... Insomma, questo Ian che se la tirava da morire e' andato via qualche giorno fa. L'altro ieri Scott bussa alla mia porta e mi dice che ha qualche problemino con questo database. Vado a dare un'occhiata e scopro che e' del tutto simile al vecchio ACORD: una massa di tabelle infinita, senza NESSUN collegamento l'una con l'altra... ho guardato Scott con aria MOLTO significativa, e mi ha detto che anche lui, che non ne capisce nulla, ha avuto l'impressione che non fosse proprio un lavoro ben fatto. Sapete quanto prendeva Ian? Dieci milioni al mese.



giovedì, ottobre 16

Andata e ritorno
Eccomi di ritorno dalla mia seconda (e per ora ultima) settimana di R&R. Questa volta il delirio per il biglietto e' stato completo. Provo a riassumere.

Il volo Islamabad-Dubai era pieno. Nell'affannosa ricerca di un percorso alternativo, "la mia compagna" (sua propria definizione) riesce a trovare un Islamabad-Karachi-Dubai-Roma, con qualche complicazione: arrivato a Islamabad avrei dovuto ritirare e pagare il biglietto per Karachi. Del biglietto Karachi-Dubai non si sapeva ancora nulla fino alla sera prima della mia partenza, mentre la prenotazione Dubai-Roma, se non ho capito male, era a posto. Con un febbrile scambio di mail e una demenziale chattata cui partecipano anche Stefano e Claudio, decidiamo che la mattina del 9 con un fax alla guest house di Islamabad mi avrebbero fatto avere notizie.
Parto dunque per Islamabad, ma tutto il mondo e' paese. Facendo la fila per il check in all'aeroporto di Kabul, c'e' qualche furbo che tenta di passare avanti, scatenando le proteste dei miei vicini di attesa. Il che e' comunque uno spunto per iniziare una conversazione, e quindi mi trovo a scambiare quattro chiacchiere con questo tipo alquanto inquietante di nome Rudolph "Rudy" Rodrigues, un canadese di origini boh!, che lavora per il governo transitorio afghano. Chiacchiera qui, chiacchiera la', gli dico del mio problema di biglietto, e lui mi dice che a Islamabad lo verra' a prendere il suo agente di viaggi, che sicuramente trovera' una soluzione. Partiamo, arriviamo, trovo questo tizio e gli dico che ho bisogno di un biglietto per Roma, e lui mi fa: "No problem". Come, no problem? Se il volo e' pieno! E lui mi rifa': "No problem". Scopro cosi' che questo tipo lavora per una agenzia di viaggi accreditata dalla Emirates stessa, e che ad ogni volo fanno come i bagarini allo stadio: riservano un certo numero di posti, che poi rivendono ai propri clienti. Risultato: per le altre agenzie il volo risulta pieno. Prima di comprarlo, pero', devo sapere cosa e' successo a Roma, per non trovarmi poi alla fine con due biglietti invece di uno. Tento di chiamare Alessandra, poi i miei, poi Stefano. Alla fine l'operatrice al telefono mi dice che ci sono problemi sulla linea e non c'e' modo di chiamare Roma. Sto per smadonnare, quando la donnina alla reception della guest house mi sventola davanti due fax arrivati per me. E' Stefano, che mi informa che a Karachi dovrei trovare il fatidico biglietto, avvisandomi di NON pagarlo. Suppongo quindi che sia un prepagato, e contatto il faccendiere pakistano per dirgli che ho gia' il biglietto, ringraziarlo e che no, non ho piu' bisogno del suo. Al che lui mi fa: "No problem. Puoi annullare quello e fare il diretto Islamabad-Dubai pagandolo qui, e facendoti rimborsare quell'altro. Operazione standard, nessun problema.". Va bene, dico, risparmio cinque ore di volo e un cambio d'aereo. Vado quindi alla sua agenzia, mi dice che facendo questo biglietto la cancellazione di quell'altro e' automatica. Chiedo se devo cancellare anche la prenotazione Islamabad-Karachi, e lui mi fa: "No problem. Automatica.". Tutto questo automatismo mi insospettisce un po', pero' lui e' convinto, e io mi fido. Risultato: io viaggio tranquillo da Islamabad a Dubai a Roma, risparmiando cinque ore di volo e 160 dollari.

Ma a Roma la situazione e' ben diversa. La Emirates sparge la notizia che a Dubai non sono mai arrivato. Alessandra ricomincia a litigare col banco Emirates all'aeroporto, dopodiche' ci si mette anche mio padre che li accusa di perdersi i passeggeri per strada, o in alternativa di avermi buttato giu' dall'aereo tra Islamabad e Karachi. La Emirates che si rifiuta di rilasciare notizie sui passeggeri per rispetto della privacy, mio padre che esprime il suo parere sulle leggi sulla privacy... insomma, una scena cui mi sarebbe piaciuto assistere. Comunque, tutto risolto al mio arrivo. Non si prevedono ovviamente altre R&R, ma nel futuro mi rivolgero' direttamente al faccendiere pakistano...



martedì, ottobre 7

Ogni tanto riciccio...
Questa settimana e' stata VERAMENTE stressante... sto ACORD non vuol saperne di morire con dignita', e fa' di tutto per complicarmi la vita. In piu' oggi pomeriggio c'e' stato un altro "preview meeting" in cui ho presentato la nuova versione. L'ultima volta era per i "lavoratori", quelli che dovranno effettivamente usarlo. Stavolta era per i "politici". Era presente anche Susana, la capa globale mondiale totale galattica. Che essendo persona estremamente sveglia e intelligente, ha subito colto alcune possibili migliorie e non si e' fatta scuorno di proporle. Al che, scherzando, ho detto "Va bene, vuol dire che tornero' a gennaio". E lei non ha riso. Per niente.

Dopo il meeting (che comunque e' andato benissimo, sono tutti entusiasti. Anche perche' PRIMA gli ho fatto vedere come nel database attuale si puo' inserire qualunque tipo di monnezza, e poi gli ho mostrato i SEVERISSIMI controlli che ho implementato nella nuova versione...), dopo il meeting, dicevo, sono andato a parlare direttamente con lei nel suo ufficio. Affabile come al solito, disponibile come sempre, abbiamo chiacchierato del piu' e del meno per una mezz'oretta. Pero', da quando sono uscito da quell'ufficio, praticamente do' per certo che tornero' qui a meta' gennaio.

Ma non basta. E no. Perche' tra un piu' e un meno ho inserito il mio dispiacere per non poter finire in tempo l'altro database, quello per le Risorse Umane. Non e' complicatissimo, ma ACORD assorbe tutto il mio tempo, e specialmente adesso in queste fasi finali. Al che Susana se ne e' uscita dicendo che potremmo anche pensare a qualche tipo di contratto per cui il lavoro lo faccio da Roma tra qui e gennaio. Io ho traccheggiato un po', me la sono tirata un po', e poi ho detto che era un'idea non da scartare, e che se ne poteva parlare. Nel frattempo, visto che anche lei nei prossimi mesi passa a Roma qualche giorno, l'ho invitata a una cena a Fiumicino. Vongole, visto che ne va matta. Pare abbia accettato... insomma, mi sono fatto un amico potente... vediamo cosa ne esce fuori.

A parte questo. Domattina parto per la mia seconda R&R. E stavolta e' anche peggio della prima, nel senso che se l'altra volta avevo un biglietto, ma non sapevo come ritirarlo, stavolta il biglietto non ce l'ho proprio. Intanto vado a Islamabad, e quanto meno sono riuscito a prenotare una stanza nella solita Guest House, e un conducente che mi ci porti. Ma se non si libera un posto su un aereo, passero' cinque simpatici giorni bestemmiando a Islamabad.... speriamo in un miracolo (ma 'sti aerei sempre pieni.... ma tutti 'sti pakistani che vanno a Roma, ci stanno????)

Che altro? Ah, si'. Notizie sparse.

Stasera dovrebbe venire Scott con un paio di amici, andiamo al ristorante cinese a ingozzarci di ravioli al vapore.

Dal primo novembre aumenta l'affitto della Guest House. Si pagheranno 45 dollari al giorno. Ebbene si', 45 dollari al giorno, non ho sbagliato a scrivere. Il prezzo di un camera in un ottimo albergo romano. Non venite ad abitare a Kabul, gli affitti sono carissimi. Per un pranzo? 5 dollari. Una cena? 5 dollari. Colazione? 2 dollari. In pratica una persona normale che fa tre pasti al giorno dovrebbe pagare 12 dollari al giorno per mangiare. Una follia, in un paese dove con due dollari mangi abbondantemente, ovunque, per tutto il giorno, con possibilita' di scelta, e non forzato a cibarti di riso e pollo.... Qui c'e' chiaramente un problema di gestione. Ma purtroppo non abbiamo nessuna voce in capitolo (e io meno di tutti).

Sabato c'e' stata una sparatoria a Flower Street. Hanno accoppato un tizio che vendeva alcool per strada. Ora, credo ci siano modi piu' eccitanti e intelligenti di suicidarsi, che andare a vendere alcool per le strade di Kabul... ma tant'e'. La gente e' proprio strana.

Hanno aperto due nuove stazioni radio. Una a Jalal Abad, chiamata "Sharq", che ci si aspetta possa trasmettere fino a 35 Km. L'altra e' "Radio Bamyan", ovviamente aperta a Bamyan.

L'altro ieri una squadra di sminatori UN e' stata attaccata vicino Kandahar, e uno sminatore e' stato ferito. Dovete sapere che Kandahar, nel sud Afghanistan, e' sostanzialmente l'ultima roccaforte talebana. Un posto orrendo, a sentire chi c'e' stato, dove i talebani ci sono ancora, semplicemente hanno abbandonato il turbante nero e si mischiano nella folla. Folla assolutamente maschile, visto che le donne sono recluse in casa. Un posticino vacanziero niente male, nevvero? Non ho visto "Viaggio a Kandahar", ma chi l'ha visto mi ha consigliato di non perdermelo, e di moltiplicare per cinque, per avere un'idea di cosa e' effettivamente Kandahar....

Bene, direi che per oggi e' abbastanza. Sono le 18.30, vado a preparare la valigia... e speriamo bene...



venerdì, ottobre 3

Aggiornamenti
La situazione in giro e' ancora difficile. E' in atto una intensa campagna per l'eliminazione dei campi di papavero, che ancora producono la maggior parte dell'oppio in giro per il mondo, e che nel "dopo-talebano" sono ovviamente diventati la piu' immediata fonte di sussistenza per il paese. Il problema e' che i coltivatori non sanno bene chi sia il responsabile di questa cosa, per cui, per non sapere ne' leggere ne' scrivere, se la prendono indistintamente con tutti quanti, missioni UN comprese. Risultato: diverse missioni UN sono state sospese in tutto il paese. La situazione peggiore e' sempre a sud, dove non si puo' viaggiare se non scortati dai militari, e dove certe aree sono ancora dichiarate off limits.Ovesti, nord e centro non danno grossi problemi.

Il talebano non da' tregua. Due tendoni che fungevano da scuola, in una provincia qui vicino, sono stati incendiati dal simpatico talebano, il che porta a 19 il conto delle "scuole" incendiate negli ultimi quattro o cinque mesi. Sono stati trovati sul luogo dei volantini che avvertono la popolazione di "non mandare a scuola le ragazze", con la minaccia di ritorsioni.
Un'altra notiziona riguarda il rapimento di bambini, che pare sia uno sport locale molto diffuso. Pochi giorni fa un tizio e' stato arrestato mentre tentatava di portarsene via uno, e la polizia ha detto che era il decimo arrestato a Kabul per questo reato. Altri 85 sono stati "recuperati" dalla polizia negli ultimi tempi, e 50 sono stati intercettati mentre venivano trasferiti da una provincia all'altra. Qualcuno si e' chiesto perche' rapire i bambini, reato che a quanto pare e' in aumento. Sono state individuate le cause principali:
  • La competizione tra famiglie per avere bambini, specialmente maschi;
  • Trafficanti di droga, probabilmente per usarli come corrieri;
  • Vendita di organi
  • Avviamento alla prostituzione e all'accattonaggio;
  • Infine, e questa e' proprio grande!, per usarli come fantini nelle corse dei cammelli in alcuni paesi arabi
A ciascuno il proprio commento...




mercoledì, ottobre 1

Afghanita'
Ieri deve essere successo qualcosa. Nessuno sa bene cosa, ma per svariate ore ci sono svolazzati sulla testa diversi elicotteri militari, a bassissima quota. Le finestre tremavano. Per la prima volta ho visto un Apache, e cavolo!, se fa paura!!! Vederlo da cosi' vicino, e per di piu' in volo, fa un certo effetto! Mah... magari era solo un'esercitazione. Pero' in questi giorni girano anche diverse voci su certi allarmi di sicurezza... Niente di ufficiale, pero' pare anche che vogliano ripristinare il coprifuoco alle 23.00. Ma finche' non c'e' nulla di ufficiale, possiamo dire tutto e il contrario di tutto

Gli afghani sono ossessionati dal sesso. Ormai e' appurato, un dato di fatto, una verita' scientifica e incontrovertibile. Il 99% del loro "umorismo" (consentitemi le virgolette) e' basato sul sesso, ma in maniera talmente infantile che (questo si'!) fa ridere. Sembrano le barzellette e le battute che noi sentiamo alle medie, solo che a loro piacciono proprio! Si fanno certe matte risate....
Poi sono uno spettacolo irrinunciabile ogni volta che passano delle ragazze. Interrompono i discorsi, se stanno mangiando rimangono col boccone in bocca senza masticare, e scrutano, scrutano, scrutano... che c'avranno da scruta', dico io, che qui le donne sono coperte (letteralmente!) dalla testa ai piedi. L'unico un po' piu' serio e' proprio Naseer, che spesso richiama i suoi amici invitandoli ad abbassare la voce, per evitare che le pulzelle di turno possano sentire le loro battutine salaci. Ieri ho avuto una rivelazione. Dopo uno di questi "passaggi" uno di loro mi ha rivelato che ultimamente le donne cominciano a portare vestiti un po' piu' stretti del solito. Il che, a quanto pare, risveglia i loro ormoni. Dei maschietti, non delle donne. Faccio notare che "il vestito stretto", secondo i canoni occidentali, non era piu' stretto di un camicione premaman.

Alejandro e' stato di recente a una festa di matrimonio di un suo conoscente afghano. C'erano solo uomini, tutti seduti a chiacchierare del piu' e del meno. Alejandro dice che "si spulciavano" a vicenda come le scimmie, e non so se crederci o no. Poi ogni tanto racconta delle sue peregrinazioni in giro per Kabul (e' qui da due anni, e l'ha girata in lungo e in largo). Rimane attonito ogni volta che pensa ai venerdi'. Avete presente il venerdi'... qui e' come il sabato da noi, anzi di piu'. Un misto di sabato e domenica, visto che nessuno lavora. Bene, cosa facciamo noi nel nostro Occidente decadente? Usciamo! Andiamo in giro, i piu' giovincelli si fanno qualche "vasca" a Via del Corso, a rimorchiare, a farsi rimorchiare, a guardare le vetrine, e cosi' via. Qui pure, in un certo senso... solo che lo fanno solo gli uomini. Non si vede una donna neanche a cercarla col lanternino. In quanto al rimorchio, non so che dire... e' vero che qui gli uomini hanno certi atteggiamenti che da noi sarebbero immediatamente catalogati come omosessuali. Camminano mano nella mano, si abbracciano... secondo Alejandro, incosciamente soffrono della mancanza di contatto fisico con l'altro sesso, e quindi cercano di sopperire in altro modo. Il che secondo me, che di contatto fisico me ne intendo, non e' una ipotesi tanto peregrina...

Ho conosciuto Tirina, una ragazza che lavora all'ICT (computer), una delle poche afghane non proprio carine carine che ho visto in questi mesi. Mi ha raccontato che per sette anni ha dovuto portare il burqa (prima che i "padroni del mondo" naseeriani intervenissero...), il che le ha causato non pochi problemi di vista, tant'e' che smesso il burqa ha iniziato a portare gli occhiali. Pare che sia difficile da portare per il semplice fatto che non si vede una madonna. Gli occhi ne risentono parecchio, visto che non riescono a mettere a fuoco oltre la griglia di stoffa, e piu' di qualcuna e' inciampata facendosi anche male di brutto. Francesca, io il burqa te lo porto, ma non mi prendo responsabilita'...!

Tirina mi ha anche raccontato un po' della sua vita. La madre e' morta, e il padre lavora a Hirat, nell'estremo ovest afghano. Lei vive con un "parco sorelle" e qualche zia, o nonna, non so bene cosa. Stacca dal lavoro alle quattro, e se alle quattro e mezza non e' a casa, tutta sta masnada di parenti comincia a rompergli le balle perche' ha fatto tardi, e dove e' stata, e con chi, e non e' un comportamento che si addice, e cosa possono pensare gli altri, e compagnia cantando. In pratica, il livello socio-mentale di un paesello dell'entroterra sud italiota di pieno ottocento. Manca solo la mafia. E non sono manco sicuro....



domenica, settembre 28

Diversivi
Sono tre o quattro giorni che la Guest House 2 e' isolata, nel senso che la connessione Internet e' morta. Il che non e' bello, anche perche' sapete bene che qui il fine settimana e' ancora piu' triste degli altri giorni. In compenso in questi due giorni sono successe un sacco di cose. Andiamo con ordine.

Innanzitutto, mi era giunta notizia di un barbecue organizzato all'UNICA, che e' un'altra delle infinite organizzazioni UN che operano qui a Kabul, e ha una guest house proprio qui dietro l'angolo, che e' una specie di Club Med'. Servizio al tavolo con camerieri, piscina, campo di squash (e infatti e' li' che andiamo a giocare), e questa abitudine di organizzare barbecue tutti i venerdi'. Il tempo era bello, e sono andato con Mariolina, che si e' pure fatta il bagno. Verso le 11.30 hanno portato fuori in giardino questo braciere di un metro e in quattro e quattr'otto hanno cominciato a produrre pollo alla brace come se piovesse, accompagnato dalla tipica insalata con pomodori, cetrioli, cipolle e qualcosa di simile alla lattuga, e l'ancor piu' tipica insalata di pasta, uova sode, patate, piselli, carote e altre amenita', il tutto immerso in questa salsa tipo salsa rosa. Vabbe'....

Ci siamo messi a un tavolino, mangiando, chiacchierando del piu' e del meno, e scacciando mosche. Nel frattempo si sono unite a noi altre persone, conoscenti di Mariolina. In piu' un tipo stranissimo e decisamente inquietante, tale Giancarlo da Firenze, una via di mezzo tra Hannibal the Cannibal e... Hannibal the Cannibal. Lavora "alle elezioni", quelle fissate per l'anno prossimo, e ci ha spiegato un po' le difficolta' che ci sono a organizzare elezioni in un posto in cui gli uomini non si spostano dal loro paesello, e alle donne e' vietato farlo...
Tra una chiacchiera e l'altra scopriamo che questo tizio ha passato gli ultimi nove anni in paese allegri come Senegal, Congo, Nigeria, Rwanda e Burundi e via dicendo, non esattamente luoghi di vileggiatura... eppure ci ha confessato che Kabul "lo deprime". Qui non ci resiste, ha detto, e ha chiesto il trasferimento. In Liberia.

Ieri era anche il compleanno di Scott. Scott e' un personaggio. Ha 35 anni, il padre e' etiopico di origine italiana, la madre e' inglese ma anche lei mescolata ad altre razze, e lui e' qui da due anni. Si e' arredato la stanzetta alla guest house 3 un po' come casa di mia fratello a Rocca di Papa, con tappeti, sculture locali e compagnia bella. Siamo andati a trovarlo con Alejandro, Anaike e Frauke, ma visto che era il suo compleanno abbiamo pensato bene di andarcene prima un po' in giro a cercargli un regalo. Siamo cosi' entrati in diversi negozietti ai margini di Shar-e-Naw. Buchi oscuri, in alcuni non si vedeva praticamente nulla. Aria polverosa, vestiti e carabattole, cappelli, scialli, stoffe, paccottiglia, spade e pugnali, soprammobili, vestiti sgargianti e altri decisamente orrendi... Alejandro si e' voluto provare un cappotto dall'aria molto anni 70, fatto di pelli grigie di qualche animale non identificato, lungo fino ai piedi... inguardabile. Alla fine abbiamo comprato un giacchettino in lana di pecora. Avete presente la tipica immagine del pastorello tipo Remi, con il cappello a tesa larga, le ciocie ai piedi, l'eventuale zampogna, e questo giacchetto di pecora, senza maniche, con la lana a ciuffi? Esatto, proprio quello. A Scott e' piaciuto un sacco, il che vi da' un'idea del tipo.
Abbiamo passato il pomeriggio nel suo "gay corner"... in pratica, l'esterno della sua stanza, che da' sul piazzale della guest house 3. C'e' una tettoia, e ci ha messo un paio di divani e qualche pianta. Le pareti sono dipinte di giallo, arancione e rosso. Un posto... be'... "alternativo". Siamo rimasti fino a sera chiacchierando, ascoltando musica e ingozzandoci di vino bianco, olive al peperoncino, crackers, pesce spada e salmone affumicato... questi ultimi due articoli lasciati da una ragazza di Venezia che e' stata qui la settimana scorsa. Tre ore dopo, verso le otto, inghiottendo l'ultimo cracker ci siamo detti: bene, e' ora di cena, andiamo a mangiare un boccone.

La scelta e' caduta su un misconosciuto e ambiguo "Chinese Dumpling With Self-Helped Bedrooms"... a voi il giudizio. Il posto pero' era carino quanto il nome, con un luce forse un po' troppo bianca e un po' troppo fredda, ma la cameriera (cinese originale, di Pechino) era carina e simpatica, e il cibo, devo dire, decisamente buono. Arachidi per antipasti, poi ravioli al vapore, zuppa di manzo, spaghetti di soia (e Coca-Cola...). Il tutto a sette dollari a testa. Ci torneremo sicuramente, anche perche' e' qui a due passi...

La serata si e' conclusa in Guest House 2, a suon di giochi di prestigio con le carte...


Reprise
Continuano a passare i giorni, e io trovo sempre piu' difficile trovare due minuti per aggiornare 'sto blog, mannaggia a me e a quando mi vengono certe idee...
Comunque tre giorni fa era giovedi', e come tutti i giovedi'... sono andato a un party. Una festa di compleanno a sorpresa, alla guest house 3. Per quelli di voi dalla memoria corta: e' quella che non ha un cuoco, ma un genio della cucina. Ci ha fatto trovare della pasta che potrei chiamare "ai quattro formaggi", anche se non ho la piu' pallida idea di cosa ci fosse dentro, e dell'ottimo kebab di manzo. Birra e alcool come se piovesse... non male, ho giocato a biliardo tutta la sera col mister John, il suo compagnuccio di merende Zia, con un altro tizio intravisto qui e là, e nientemeno che con Bawar Khan, l'omino che mi procuro' il biglietto aereo in occasione della mia prima R&R. E si', e' tornato da Islamabad per qualche giorno. A biliardo e' un disastro, ma e' un omino tanto simpatico... e poi con quel biglietto ha fatto un ottimo lavoro...

A parte la festa di iersera, posso dirvi che a pranzo siamo andati fuori, Naseer ed io. Siamo tornati a quella "fraschetta" di cui vi dicevo qualche giorno fa, quella del kebab piu' famoso di Kabul. Era mezzogiorno e venti, e avevano finito il kebab. Il locale al secondo posto nelle preferenze dei Kabuli (che sta li' a due passi) era chiuso. Il terzo posto nelle preferenze dei Kabuli (che sta li' a tre passi) era aperto, e li' siamo entrati. Ora, non credo sia una legge scientifica vera e propria, ma secondo me c'e' una proporzione diretta tra la zozzeria del posto e la qualita' del kebab, relazione che purtuttavia non ho alcuna voglia di indagare e approfondire... voglio dire, questo posto faceva ancora piu' schifo del primo, aveva solo quattro tavoli zozzi e qualche stuoia per terra, ma il kebab mi e' piaciuto molto piu' di quell'altro. Non so, magari era solo che avevo piu' fame, pero' l'ho apprezzato un bel po'. E mi sa che anche Naseer aveva fame, visto che ne abbiamo preso tre porzioni. Abbiamo pagato meno di tre dollari.

Usciti, chiaramente siamo andati a fare shopping. Voglio dire, stai a Shar-e-naw e non fai shopping? E' come quando Alessandra entra da Benetton, e' ovvio che DEVI comprare qualcosa. Naseer, tanto per cambiare, ha comprato qualcosa per la cura di se': rasoio trilama, schiuma da barba, deodorante. Io, in definitiva, pure: KitKat, cioccolata fondente.... e un barattolo di "Idraulico liquido", o come cavolo si chiama in afghano, per sturare quel maledetto cesso che si ottura solo a guardarlo. Nel frattempo abbiamo incontrato Susan che cercava un regalo per il compleanno. Avendo adocchiato un orrendo elefantino in legno inciso, ha giustamente dato incarico a Naseer di acquistarlo. Giustamente per due motivi: primo, perche' e' opportuno che le spese a Shar-e-Naw le faccia un locale, il che di per se' abbassa i prezzi del 50%; secondo, perche' Naseer e' una bestia. Il negoziante e' partito da ventitre' dollari. Sono bastati due minuti, e Naseer e' uscito coll'elefante sotto braccio, pagato dieci dollari appena.

In quei due minuti in cui l'ho aspettato fuori del negozio e' successo di tutto. Donne imburquate che mi chiedevano l'elemosina, un bimbo di sei o sette anni che voleva vendermi banconote (?????) in cambio del mio orologio, un tizio pittoresco con una scimmietta al guinzaglio (praticamente uguale al tizio con scimmietta di "Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta"!!!!), che mi e' stata praticamente lanciata addosso accompagnata dall'apposita richiesta di soldi, e almeno altri due o tre tizi in cerca di bakshish, bakshish. Per disperazione ho fatto finta di interessarmi a dei burqa appesi fuori al negozio li' accanto, e dal nulla e' sbucato un vecchio con una lunga barba bianca che mi ha trascinato di peso all'interno del negozio stesso, e prima che potessi dire "Salam" ha tirato fuori sei o sette burqa per farmeli vedere. Sono stato bravo... e' partito da 12 dollari, e in pochi minuti sono sceso a 8. Fortunatamente e' arrivato Naseer che mi ha tolto dall'impiccio, pero' comunque li' ci torno per il burqa di Francesca e il cappello talebano di Stefano... e forse pure per qualcosina per me... piu' di qualcuno mi ha detto che se non fosse per i vestiti potrei tranquillamente passare per afghano....



martedì, settembre 23

Arieccomi!
Si', lo so, e' un sacco che non scrivo piu'... ma e' anche un sacco che non trovo il tempo di farlo. Qui ormai il tempo stringe, e' quasi ora di rilasciare la nuova versione del tanto atteso ACORD... che pero' ancora non e' finito! Fortunatamente, non per colpa mia, e questa e' la buona notizia. Susan sta disperatamente tentando di trovare dei sistemi per calcolare certi numeri, ma non e' per niente facile... la cattiva notizia e' che sono piu' che certo che alla fine della storia il problema diventera' mio, perche' Susan trovera' le sue belle formulette e saranno talmente incasinate che mi ci vorranno mesi per riuscire a metterle dentro...
Prima o poi dovro' anche cominciare il secondo database, che anche se probabilmente e' nettamente piu' semplice, prendera' il suo bel tempo. Nel frattempo, nel "tempo libero", devo mandare avanti la traduzione del libro e soprattutto il CD del museo, che a fine novembre deve essere pronto. Mi sa che devo cominciare a eliminare le attivita' superflue, tipo mangiare e dormire... che gia' adesso non mi prendono poi tanto tempo!!

Insomma, comincio a capire perche' qui la gente e' tanto ansiosa di andare in R&R... va be', non vi prometto nulla ma tentero' di continuare gli aggiornamenti, anche se poi alla fine non e' che succeda nulla di speciale. L'evento piu' importante e' accaduto ieri, quando con Alejandro siamo tornati alla guest house a piedi, invece di prendere una macchina. Sono un paio di chilometri, in mezzo allo zozzo, ai mendicanti, al traffico, allo smog, al fumo dei bracieri di kebab. Ecco, queste sono le emozioni di una passeggiata serale in Kabul. Il prossimo che mi dice che questi posti devono essere affascinanti.... giuro che gli pago un biglietto di sola andata Roma-Kabul!



venerdì, settembre 19

Giorni speciali
Ieri era il mio compleanno. E gia'... 18 settembre. Era in programma una cenetta al German Restaurant, che ha aperto da poco e dove nessuno di noi praticamente e' ancora stato. Pare che si possa persino bere del vino... se non che, e' ancora in vigore quella direttiva della Sicurezza per cui e' fortemente sconsigliato frequentare ristorante e altri posti affollati, quanto meno fino a sabato. Sapete, la settimana prima e la settimana dopo l'11 Settembre... oltretutto e' notizia di oggi che c'e' un preallarme per i prossimi due giorni, pare che potrebbe succedere qualcosa... Com'e', come non e', la cena e' chiaramente saltata, abbiamo rimandato a domani a pranzo. Pero', considerata questa "ultima ora", mi sa che dovremo rimandare ancora...

All'oscuro di tutto questo, che abbiamo appreso nel tardo pomeriggio, a pranzo Naseer ed io siamo allegramente tornati al ristorante iraniano dove eravamo gia' stati tempo fa. Abbiamo preso due kebab (uno di pollo...) e speso come l'altra volta: 18 dollari, una cifra spropositata per Kabul. Comunque era il mio compleanno, e ho offerto io. Diciamo che ogni tanto si puo' fare. Non contenti, siamo anche tornati in ufficio a piedi. Non e' lontano, un quarto d'ora di passeggiata, ma abbastanza da far venire i capelli bianchi all'Ufficiale della Sicurezza, se solo lo avesse saputo...

Mi stavo comunque preoccupando per la sera, che si prospettava triste come al solito, chiuso in camera a lavorare... se non che, ecco che ti incontro Frauke. Frauke e' una ragazzona olandese di un metro e ottanta, ed e' la tizia la cui camera ho occupato per qualche giorno durante il mio "periodo errante", quella che era in R&R ed e' tornata un giorno prima. Tra una chiacchierata e qualche colpo a biliardo, le dico che e' il mio compleanno. Immediatamente si precipita in camera sua e ne torna con una bottiglia di rosso francese (famoso, ma al momento non mi ricordo il nome) da 13.5% di gradazione e 12 dollari la bottiglia. Abbiamo "festeggiato" col vino e qualche dattero (poi e' arrivata anche Mariolina con i suoi immancabili pistacchi). Venuta a sapere del mio tristo programma per la serata, mossa a compassione mi ha invitato a un party organizzato da alcuni suoi amici. Ovviamente ho accettato senza farmi pregare troppo...

Cosi' alle otto siamo andati. Il party era in una guest house dell'Unicef. Bel posto, bel giardino, bella gente. Quando siamo arrivati c'era gia' un sacco di gente - ovviamente non conoscevo nessuno, ma non e' stato un problema. Ci ha accolto una bellissima ragazza danese di nome Edwig (secca come un chiodo, occhioni azzurri, capelli biondi... tutto come da libretta), che mi ha subito messo in mano un bicchiere di champagne, e diciamo che da quel momento non me ne sono piu' staccato. Dallo champagne, non dalla Edwig...
Mangiare, poco. C'era pero' uno straordinario formaggio del tutto simile al nostro gorgonzola, anche un po' piu' piccantello, che spalmato sul nan (...) bastava da solo a giustificare la serata. La solita musica idiota, i soliti balli idioti.

Ho conosciuto pero' un sacco di gente interessante. Innanzitutto, era pieno di Italiani, in particolar modo dell'Ambasciata. Il bello di questi party e' che c'e' gente di tutte le organizzazioni presenti in Afghanistan, e si vengono a sapere tante cose. Per esempio, ho incontrato un geologo che sta a Bamyan per vedere cosa si puo' fare per rimettere in sesto i famosi Buddha. Ho incontrato una ragazza dell'Unicef che oggi partiva per andare due anni a Pristina, in Kosovo. Ho anche saputo che c'e' un progetto tutto italiano per la ricostruzione dell'amministrazione e della giustizia in Afghanistan, sia dal punto di vista edilizio che legislativo. A guidarlo e' Giuseppe Di Gennaro, presidente onorario della Corte di Cassazione, che e' gia' stato, con lo stesso incarico, un po' dovunque: Kosovo, Albania, e compagnia cantando. Insomma, uno "con le palle"... (per chi e' interessato, ho trovato qualche accenno qui e qui. In realta' mi aspettavo qualcosina in piu' di pubblicita', vista la rilevanza del progetto... ma ormai e' solo l'Iraq che tiene banco...)

Morale della favola: ho fatto le 3.30, in barba a qualunque coprifuoco e norma di sicurezza. Mi e' dispiaciuto svegliare il guardiano per farmi aprire, ma che diamine... era il mio compleanno!



giovedì, settembre 18

Dettagli R&R
Qualcuno mi ha chiesto delucidazioni su questo perverso meccanismo dell'R&R. Bene, funziona cosi': ogni sei settimane di permanenza in Afghanistan si ha diritto a una settimana di, diciamo, ferie pagate. La WFP riconosce il fatto che la vita qui a Kabul non e' propriamente l'ideale di vacanza che tutti sogniamo, e a intervalli permette di riprendere un po' le forze in un posto piu' confortevole (R&R significa appunto "Rest And Recuperation", cioe' "Riposo e Recupero") in cui il soggetto possa riprendere coscienza del fatto che oltre al tragitto guest house-ufficio esiste qualcos'altro. Per poter usufruire di questa vacanzetta occorrono due condizioni: prima di tutto bisogna rimanere sei settimane in Afghanistan, e una volta tornati dall'R&R bisogna stare almeno quattro settimane. E' quest'ultima condizione che mi frega: sono tornato dalla mia R&R precedente il 26 agosto. Basta fare un po' di conti: 26 agosto, piu' sei settimane, piu' una settimana di eventuale R&R, piu' quattro settimane di permanenza successiva... si arriva al 12 novembre o giu' di li'. Ma prolungando il contratto di quattro settimane, questo scadrebbe il 5 novembre, cioe' una settimana prima. Viene quindi a mancare la seconda condizione necessaria per ottenere l'R&R. Non avendone diritto, dovrei trascorrere 6+1+3=10 settimane di fila in questo buco.

Ecco il motivo della "mossa di sacrificio". Con sei settimane di prolungamento invece di quattro, soddisfo anche la seconda condizione, ed ecco l'R&R. Perche' ne ho chieste due, visto che ne bastava una? Perche' sono un cretino... ma mi pareva proprio brutto chiedere una settimana in piu', che NON avrei passato qui...


Notizie ufficiali
Ieri e' diventato ufficiale: mi hanno prolungato il contratto. Quasi senza chiedermelo... in effetti l'ho saputo quasi per caso. Sono andato a trovare l'omino alle Risorse Umane per parlare dell'altro database che dovrei fare... e l'ho trovato che stava inserendo i miei dati, con i codici finanziari e tutto quanto occorre per un prolungamento del contratto in piena regola. Quattro settimane, dice lui. Fortuna che mi ero fatto i miei calcoletti prima, perche' con queste quattro settimane non ho diritto ad un'altra R&R: il che significa dieci settimane di fila piantato in questo posto dimenticato da Dio e dagli uomini, ma non dai polli e dal riso. Allora ho fatto quella che nel giUoco degli scacchi prende il nome di "mossa di sacrificio": ho chiesto altre due settimane, per un totale di sei. A questo punto avrei diritto ad una settimana di R&R, che dovrebbe iniziare il 6 ottobre, quindi fra circa tre settimane. Detto in soldoni, se accettano di prolungarmi il contratto per sei settimane, fra una ventina di giorni torno a Roma! E mi ingozzero' di salsicce e formaggi fino a crepare gonfio come un topo gonfio.

L'altro ieri sera sono andato nuovamente a giocare a squash, ma questa volta con Alejandro e la sua mogliettina nizzarda Anaike. Terza sera su tre. Terza sera su tre che non ho cenato, visto che l'orario squashese si sovrapponeva all'orario di cena. Terzo giorno in cui ho dormito poco e male, vista la mole di lavoro che ormai comincio a non controllare piu'. Insomma, dopo cinque minuti di gioco mi sono stirato il quadricipite destro. Un dolore cane! Ora zoppico un po', ma fortunamente non e' grave. Memore degli analoghi incidenti che hanno costellato i quindici anni di football americano, ho immobilizzato la gamba e ci ho subito appiccicato su una bottiglia di acqua fredda per un'ora circa, il che probabilmente ha impedito danni peggiori. Ora sto quasi bene, tranquilla, mamma, non e' niente.



martedì, settembre 16

Fraschette afghane e shopping successivo
Ieri la giornata non e' iniziata ottimamente. Svegliandomi mi sono reso conto di non avere piu' la mia radio con me: l'avevo dimenticata la sera prima quando sono andato a giocare a squash con Susan. Visto che la perdita della radio puo' significare un addebito di qualcosa come 600 dollari, ero comprensibilmente nervoso. Comunque ho preso una macchina e sono tornato allo squash court e fortunamente qualcuno l'aveva trovata e non se l'era portata via, ma l'aveva lasciata li' in un ufficio. Per fortuna, tutto a posto. Per consolarmi, a Naseer e' venuta la bella idea di andare a mangiare fuori. Mi ha portato in fraschetta.

Ebbene si', probabilmente e' quanto di piu' vicino a una fraschetta si possa trovare qui. Immaginate una bettolina stretta e lunga, con pochissimi tavoli, pochissimo spazio ma una quantita' giapponese di persone accalcate. Questo posto fa solo ed esclusivamente kebab, nient'altro, ed e' famoso in tutta Kabul per questa sua specialita'. In effetti il kebab e' molto buono, ben cotto e ben servito: l'immancabile nan (vi ho parlato del nan, che qui e' il pane tradizionale, un po' come potrebbe essere la rosetta in Italia?), ottima carne spolverata di sale, peperoncino e sesamo, e una salsina che somigliava molto a quella che noi usiamo sulla carne arrosto: olio, aglio, tanto prezzemolo. Invece era a base di acqua, e scommetto che quello che c'era dentro non era esattamente prezzemolo... un sapore un po' particolare, ma non male. L'unica nota stonata e' che ho dovuto mangiare 'sto kebab stretto in mezzo a due afghani puzzolenti che mangiavano il loro... ma suppongo non si possa avere tutto, dalla vita.

Poi abbiamo fatto un giro per Shar-e-naw, il "centro" commerciale di Kabul, con le famose Chicken Street e la sua continuazione, Flower Street. Non ricordo se ve ne ho gia' parlato, sono un po' le vie "in" di Kabul. Ci sono un po' di negozietti che vendono carabattole a prezzi spaventosi (per gli standard locali). In giro ci sono tantissimi di quelli che noi chiameremmo "supermercati", anche se qui hanno le dimensioni di un alimentari di paese. Vendono un po' di tutto, dalle bibite alle valigie, uno aveva anche uno strepitoso letto stile hollywoodiano con una vaga forma di cuore e le lenzuola rosa shocking. Terrificante.
Ho chiesto un po' anche per i tappeti, e pare che si riescano a strappare kilim a 35-40 dollari il metro quadro, mentre un tappeto vero e proprio si puo' avere con una sessantina di dollari al metro quadro. Ma bisogna essere abili a contrattare, e non e' esattamente il mio caso.
Comunque, una lattina di qualcosa costa circa 30 centesimi, e mi sa che la prossima volta faccio una bella scorta per il mio frigo sempre malinconicamente vuoto. Costa tutto poco, tranne strumenti elettronici come telefonini, computer e macchinette digitali. Ma secondo me costano molto solo per me, perche' sono straniero. A volte mi sento un po' come a Napoli....
L'unico problema dello shopping a quanto pare sono i mendicanti. E' praticamente impossibile fare cinquanta metri senza che un burqa zozzo e stracciato ti chieda dei soldi. Ho notato che a mendicare sono per lo piu' donne in burqa e bambini. Se c'e' un uomo, e' sempre un vecchio. Alcuni bimbi vendono riviste e guide turistiche, altri semplicemente chiedono soldi. Naseer si e' fermato a parlare con una bimbetta bellissima che vendeva delle riviste, e sono stato li' li' per comprarle qualcosa, anche se chiedeva uno sproposito. Purtroppo e' fortemente sconsigliato dalle regole di sicurezza, specialmente in queste settimane a cavallo dell'11 settembre. Certo pero' che quando a chiederti soldi e' un bimbo di quattro anni vestito di stracci, che ti fa vedere entrambe le gambe amputate, e' proprio difficile pensare alle regole. Specialmente quando sai che per te un dollaro e' piu' o meno una lattina di coca cola, ma per lui rappresenta un giorno intero in cui finalmente si mangia.



domenica, settembre 14

Post 9/11
Tranquilli, non e' successo nulla. Pero' continua l'allerta, almeno fino al 20. Non c'e' una direttiva ufficiale, pero' ufficiosamente siamo "fermamente sconsigliati" di andarcene in giro, specialmente da soli. Continuano anche i radio check serali, e si parla di prendere qualche provvedimento di qualche tipo con chi non risponde per piu' di un paio di volte... prendono la sicurezza molto sul serio. Molto piu' di Alejandro, lo spagnolo di Madrid (c'e' una foto in archivio) che dice che Kabul e' "perfettamente sicura". A chi gli fa qualche osservazione contraria, ama rispondere "Sai quanta gente muore ogni giorno a Los Angeles?". Difficile ribattere....

Il radio check era divertente la prima volta, simpatico la seconda, interessante la terza, ma ora ha quasi scocciato... non penso di infrangere qualche regola di sicurezza se ve lo faccio sentire...



giovedì, settembre 11

Aggiornamenti
11 Settembre... e' gia' da una settimana che siamo in preallerta, e continuera' fino almeno alla settimana prossima. C'e' un controllo radio ogni sera - sapete che tutto lo staff internazionale, qui, e' dotato di radio. Ogni sera la base chiama per un radio check, per controllare che sia tutto a posto.

C'e' un gran movimento tutto intorno all'Afghanistan. Ci sono delle elezioni fissate per Giugno 2004, le prime da un sacco di anni a questa parte. Bush annuncia di voler aumentare gli investimenti sulla sicurezza, sulle condizioni di vita, sulla costruzione di scuole e di infrastrutture, per la modica cifra di circa un miliardo di dollari.
Nel frattempo si continua a combattere e a morire. Nelle prime di due settimane di Agosto circa 90 persone sono state uccise in combattimenti e attacchi dovuti a Talebani e Al-Qaeda. Sta per arrivare un nuovo ambasciatore americano che dovrebbe avere maggiori poteri in questo senso, un po' come Paul Bremer, che e' l'incaricato degli "aspetti civili" dell'occupazione americana in Iraq. Ovviamente questo ha fatto un po' alterare alcune personalita afghane, che non vogliono "i padroni del mondo" nel loro paese... ma mi piacerebbe proprio sapere cosa farebbero senza. Si puo' dire quello che si vuole, ma nonostante tutto la ricostruzione procede. Le cifre le vedo tutti i giorni, e sono aumentate le scuole, i pozzi, i ponti e le cliniche, e stanno costruendo una grande autostrada tra Kabul e Kandahar. C'e' in progetto anche una seconda autostrada fra Kandahar e Herat, nell'estremo ovest del paese.

La sicurezza rimane il problema maggiore, e il sud (Khost e dintorni) e' ancora il posto peggiore. Nella provincia di Zabul, vicino Kandahar, negli ultimi scontri sono morti 11 Afghani, 2 soldati americani e una 70ina di miliziani. Nella stessa provincia, il primo Settembre sono stati uccisi quattro poliziotti, altri quattro sono stati feriti, e quattro ancora sono dispersi dopo un raid in un checkpoint. Insomma, e' un casino. Mi piacerebbe sapere quante di queste notizie arrivano in Occidente...


Ricerche
Ecco, adesso ci si mette anche Kataweb...



lunedì, settembre 8

Fine di Kafka
Ebbene si', tutto prima o poi finisce, ma non e' detto che sia sempre una cosa negativa. Dopo tredici giorni e quattro diverse stanze, finalmente mi sono riappropriato della "mia", la numero 10, Home of Pufff! L'invasore pakistano finalmente ha sgommato, lasciando una stanza puzzolente di fumo, con la luce accesa, un paio di calzini, due pezzacci di carta e una tazza sporca di caffelatte. Pero' se ne e' andato, e questo mi rende felice. Rende un po' meno felice la sezione Amministrativa, poiche' lo stesso tizio domani avrebbe dovuto tenere un corso sull'uso del programma contabile usato qui, e adesso non si sa chi lo fara' al posto suo. Mah. Sinceramente, a me....

Comunque, sono rientrato e finalmente posso disfare la valigia e lavare un po' di panni, senza tema di dover sloggiare domattina. Per quanto riguarda il lavoro, e be'... se non e' ufficiale poco ci manca, ma oggi durante una riunione con il direttore dell'Ufficio Regionale in persona (Susana), essa stessa di lei medesima in persona mi ha chiesto di rimanere fino a Natale. E' vero, l'ha detto come se fosse una battuta, ridendo, ma e' cosa ben nota e risaputa che quando un direttore di un Ufficio Regionale dice una cosa ridendo, vuol dire che c'e' ben poco da ridere. Un mese forse si puo' fare. Due mesi forse forse si possono fare. Tre mesi no, non si possono fare. Anche perche' ho solo vestiti estivi, e qui fra un mese comincera' a fare un freddo della madonna...

La riunione di per se' e' andata bene. Sto facendo un figurone dietro l'altro. Susana diceva "Eh, ma ci servirebbe questo report, con questi numeri, divisi per..." e io rispondevo "Gia' fatto". Un altro attaccava dicendo "Si', pero' il programma dovrebbe anche controllare che le date, e il numero di persone, e queste quantita'...." e io dicevo "Ovviamente. Gia' fatto". Con fare esitante, un po' timoroso, qualcuno ha detto "Pero', ecco, i moduli della sezione Monitoring andrebbero rivisti....", e io con fare noncurante ribattevo "Non c'e' problema, ho sviluppato un Monitoring Manager che fa tutti moduli che volete, assegna punti alle singole risposte e crea statistiche in base ai punteggi raggiunti, non solo per ogni modulo, ma anche per ogni sezione di modulo". Mi hanno guardato come si guarderebbe un marziano con l'orzaiolo... insomma, non sapevano piu' a che servisse quella riunione.... fino a quando un tizio ha posto LA domanda, quella con la L maiuscola... e ha chiesto: "Bello. Ma come facciamo a sapere che i numeri tirati fuori dalla nuova versione sono corretti?". L'unica risposta possibile e' stata: "Non potete saperlo!". Al che si sono un po' ringalluzziti... pensavano di avermi messo alle corde, e in realta' cosi' e' stato per qualche nanosecondo. Ma il bisogno aguzza l'ingegno, e mi e' venuta un'idea geniale. "... a meno che facciate una prova su dati sicuramente corretti, blah blah blah....". Insomma, me la sono cavata.

Non vorrei che pensaste che me la sto tirando.... in realta' e' tutto molto facile. Se foste abituati a tirare il carretto per due anni, e a un certo punto arriva uno e vi regala un cavallo... be', sarebbe un cavallo molto "superb" e anche molto "great", fosse pure un ronzino!!!


Fuoco e fiamme!
Giovedi' scorso c'e' stata una presentazione semi-ufficiale di ACORD, quanto meno di cio' che ho fatto finora. Erano presenti Susan, Jolanda, e una mezza dozzina di focal points, che praticamente sarebbero i "rappresentanti" degli utenti finali, quelli che in effetti sono gli ultimi giudici del mio lavoro. E' stata una bella presentazione, con tanto di proiettore, in cui ho fatto vedere una parte delle cose fatte. E' andata piu' che bene. Sono rimasti tutti stupefatti dalla quantita' di controlli sui dati immessi. Il fatto che controlli se la data di termine di un progetto non sia precedente alla data della firma li ha lasciati meravigliati. Mi sembrava di vendere perline e specchietti ai selvaggi di qualche isola sperduta nell'oceano...
I commenti sono stati entusiasti, ho ricevuto un "superb" e i rimanenti si sono limitati a "great", pero' diciamo che mi accontento. Per essere una cosa fatta quasi da zero in un paio di mesi, direi che e' abbastanza. Tra l'altro non gli ho fatto vedere tutto quello che c'e' dietro, tutte le procedure di back office e amministrazione che dovrebbero servire ai futuri amministratori del database per gestire il tutto. Ho trovato anche il tempo di sperimentare un po', con generazione dinamica di maschere e di codice... mi sto divertendo, diciamo cosi'! Se non fosse per il chicken and rice che ormai e' diventato un tormentone per tutti...



domenica, settembre 7

Aggiornamenti
Il tempo sta nettamente rinfrescando. L'estate e' decisamente finita. Adesso la sera si alza un bel venticello fresco che fa piacere, non dico di no, pero' dopo un po' scoccia. Ieri tra l'altro ha fatto un diluvio pazzesco. Cielo plumbeo, acqua a catinelle, tuoni e fulmini... come se piovesse! E in questo momento non e' da meno. Spero che non diventi un'abitudine giornaliera...

Giunge tra l'altro notizia che 30 famiglie sono state fatte sloggiare con una certa malagrazia dal loro villaggio (tale Shirpur) dove vivevano da 30 anni, dalla polizia di Kabul, e le case rase al suolo. Alcune organizzazioni umanitarie stanno svolgendo indagini.

Pare inoltre che procedendo al ritmo attuale, l'Afghanistan sara' completamente sminato entro il 2012.

Fine aggiornamenti.


Ancora sulla stanza
Questa storia sta assumendo aspetti kafkiani non irrilevanti... dopo 11 giorni dal mio ritorno, ancora NON HO UNA STANZA! Credo sia un record mondiale. Il che, unito al fatto che ho cambiato quattro stanze in dieci giorni, diventa un record galattico. Ormai questa storia e' diventata un po' una barzelletta... mi chiamano "l'ebreo errante", "il visitatore" e quant'altro. Ormai anch'io ci rido su. Oggi Jolanda (gelosissima della sua stanza) e' partita, se ne va un mese a Mazar-i-Sharif. Stamattina l'ho vista e gli ho chiesto "Allora parti?" e lei ha fatto "Si'". E io allora le ho detto "Bene, cosi' domani mi trasferisco nella tua stanza. Mi manca, ancora non ci sono stato.". Le ha preso un mezzo accidente, e me lo ha vietato assolutamente. Certa gente non ha molto spirito...

Il fatto si e' che questo tizio che occupa la "MIA" stanza e' un amicissimo compagno di merende di quel John che mi ha cazziato per aver chiesto di tornarci, che tra l'altro ho scoperto essere una specie di capoccione dell'Amministrazione: e' quello che gestisce tutte le guest house di Kabul, e se due piu' due fa ancora quattro... se poi osserviamo che quando il tizio e' arrivato l'unica stanza disponibile (oltre la "MIA") era nella invivibile guest house 5, ci troviamo di fronte a un palese abuso di potere in una squallida storia di raccomandazioni e clientelismo... tutto il mondo e' paese. Google, indicizza pure questo...

Pero' qualche soddisfazione me la sono tolta. Dovete sapere che questo John ha fama di essere molto bravo a biliardo (e piu' che altro ci crede). Gioca sempre con il suo compagnuccio di merende, l'invasore di Islamabad. Insomma, l'altra sera sono arrivati tutti e due alla guest house 2, che ha un bel biliardo, per farsi una partita. E dai che John decantava la bravura del pakistano, dicendo che era bravissimo, e su e giu e dai e fai, e nel frattempo montava la sua stecca personale stile Paul Newman ne "Lo spaccone". Al che mi sono incuriosito, e sono andato a vedere 'sti due fenomeni all'opera. Dopo i primi due tiri ho capito i tipi. La partita dopo mi hanno invitato a giocare. LI HO FATTI NERI! Sara' stata l'incazzatura, sara' stato l'odio che trasudavo pure dalla stecca, ma non ho mai giocato cosi'. Dopo una sequenza di cinque palle imbucate una appresso all'altra, ho imbroccato (con l'ultima palla) un tre sponde con buca laterale che manco io ci credevo. Nel silenzio glaciale che si e' creato, mi sono schiarito la gola e con fare ESTREMAMENTE disinvolto ho chiesto "Well, yeah... another one?...."



mercoledì, settembre 3

L'ira di Allah (e pure la mia)
Allora, vi racconto questa storia. Come gia' sapete, sono tornato dalla mia settimana di R&R e non ho trovato la "mia" stanza libera, bensi' occupata da un tipo, arrivato da Islamabad. Maggiori dettagli sono spiegati in una mail che ho mandato a un po' di persone, e che trovate piu' avanti. Veniamo ad adesso. Sono nove giorni che insisto per avere la "mia" stanza, rompendo le scatole a un sacco di gente, qualcuno anche importante. Tra questi, evidentemente, anche un tizio che chiamero' John (anche perche' si chiama cosi'). Il cognome non lo scrivo senno' Google me lo indicizza e potrei fare ancora piu' casini, comunque non e' importante.
Fatto sta che ieri mattina mi chiama questo John, insieme ai responsabili amministrativi della GH2, e mi fa un cazziatone dicendo che quella e' una guest house, che io posso esprimere preferenze ma non pretendere nulla, che loro hanno un sacco di problemi a gestire 5 guest house con tutta la gente che c'e', che dovrei essere piu' flessibile e piu' cooperativo, che non ho alcun diritto sulla stanza #10, che devo andare dove c'e' posto senza rompere troppo, e cosi' via di questo passo. Mi ha anche detto che il tizio di cui sopra gli ha riferito che io gli avrei detto "Ehi, tu, stai occupando la mia stanza, devi andare via". Non so voi che avreste fatto, ma io mi sono incazzato come una biscia. Gli ho detto chiaro e tondo (e un po' alterato) che quel tizio e' un bugiardo, che mente sapendo di mentire, che non gli ho mai parlato in vita mia (che e' vero!), che anche se l'avessi fatto MAI mi sarei permesso di apostrofarlo in tal modo, ecc. Riguardo alla stanza, gli ho detto che non avendo pistole non ho potuto obbligare nessuno a "cedermela", tant'e' che, di fatto, la stanza non ce l'ho! Ho solo chiesto (insistentemente, e' vero) di avere la 10, ma ne avevo pieno diritto. E non mi e' stato detto di no! Solo di aspettare, ed e' quello che ho fatto. Gli ho anche spiegato che la stanza mi serve per via della connessione Internet, per lavorare, e li' il suo atteggiamento e' cambiato un pochino, ma ormai non poteva piu' tornare indietro.
Comunque tutti gli altri ospiti della guest house sono solidali con me, perche' non sono il primo cui succede questa cosa, e c'erano state discussioni anche in passato. C'e' da dire che tra loro c'e' anche qualcuno con piu' potere di me... risultato, il gestore della guest house e' stato licenziato in tronco. Dopotutto e' lui che ha causato tutto 'sto trambusto (e non era la prima volta).

Tra le persone piu' alterate c'e' Susan, che ne ha abbastanza di questo posto e non vede l'ora di andarsene. In quanto direttamente coinvolta nella storia (sia perche' l'anno scorso successe a lei, sia perche' attualmente e' il mio "capo") ha scritto una mail meravigliosa a un sacco di gente (questo John, l'amministratore della GH2, l'ormai ex-gestore della suddetta, il tipo che e' nella mia stanza, un suo amico che non ho capito cosa c'entra, ecc.), mail che vi riporto qui perche' e' troppo bella. Il tipetto ha risposto con una mail secondo lui intelligente ed esplicativa, che mi ha fatto incazzare ulteriormente perche' si fa riferimento a generici "staff members che non collaborano, poco flessibili, e in certi casi persino arroganti". Il riferimento a me e' piu' che chiaro.
Deciso quindi a dire la mia, ho risposto con una simpatica mail per spiegare il mio punto di vista: eccola qui. Sono in attesa di risposta, vi faro' sapere...



martedì, settembre 2

Emozioni epatiche
Siamo poi usciti (pagando la spropositata cifra di 3 dollari e mezzo...) e abbiamo fatto un giro per Shar-e-Naw ("La città nuova"), in pratica il centro di Kabul. Ci sono un sacco di negozi di elettronica, che vendono computer, telefonini, fax, lavatrici, televisori, telecamere, macchinette digitali e quant'altro. Mi sono informato su un paio di prezzi, vediamo se almeno qui conviene, visto che il Duty Free di Dubai mi ha solato... Tanto per dirne una, un CD di musica costa circa 1 dollaro... cioe' meno di 1 Euro.

Essendo ormai le cinque circa, un certo languorino cominciava ad affiorare. Non proprio fame, piu' che altro voglia di qualcosa... di sfizioso, una cosetta afghana tanto per tenere l'anima attaccata al corpo fino all'ora di cena. La strada era piena delle solite bancarelle zozzissime che vendono frutta, roba fritta dal nome impronunciabile, l'immancabile nan (vi ho....) e altre porcherie difficili anche a descrivere. Potevamo comprare della frutta. Potevamo comprare una di quelle cosette fritte. Potevamo anche entrare in un posto che fuori ha un braciere di un metro e mezzo, con un afghano zozzo e sudatissimo che sventola un ventaglio enorme su una distesa infinita di kebab... e l'abbiamo fatto. La cosa buffa e' che tra la strada e l'interno c'era un battaglione di mosche mai visto. All'interno, quasi nessuna. Mah. Comunque. Ci siamo seduti e il buon Naseer, che in quanto a moderatezza batte persino Claudio, ha ordinato qualcosina. Tempo due minuti, sono arrivati sei spiedi con infilati una decina di pezzi di carne arrostita. Liver kebab, mi dice sorridendo il buon Naseer. In pratica, spiedini di fegato. E ovviamente, mezzo metro di nan (...)
Abbondantemente cosparso di sale, peperoncino e spezie miste (probabilmente coriandolo, cumino, pepe e altro ancora), abbiamo fatto decisamente onore allo "spuntino", accompagnandolo con fettine di pomodoro, cetriolo e cipolla cruda (qui hanno una varieta' di cipolla dolcissima, che non sa di cipolla, e che mangio volentieri anche se a me la cipolla non piace). Alla cassa c'era un bimbino che avra' avuto si' e no un anno e mezzo, che schizzava da una parte all'altra pulendo, spolverando, asciugando e quant'altro (ovviamente, tutto con lo stesso panno lercio... che non e' come il "panno lenci"... vabbe', umorismo afghano...). Ha preso i soldi e ci ha dato pure il resto, senza sbagliare un centesimo. Da noi un bimbo con meno di due anni che fa di conto sarebbe un fenomeno. A Kabul fa lo sguattero in una bettola piena di mosche.

Abbiamo pagato meno di 2 dollari.